domenica, novembre 25, 2007

We're that story!

La storia siamo noi! Questo è il titolo di questo blog, il titolo che scelsi ormai più di un anno fa per queste pagine che avrebbero dovuto, in un modo o nell'altro, raccontare la vita e le storie mie e di chi mi circonda...
La storia siamo noi, quindi! E oggi è stato commemorato il 25esimo anniversario della pallavolo Campi, anniversario a cui hanno partecipato moltissime persone, di tutte le età. E vedendo tante persone, salutando tanti amici e tanti conoscenti di vecchia o meno vecchia data, tante persone che hanno attraversato la tua vita, devo dire che l'impressione è stata quella di appartenere in qualche modo alla storia di questa squadra. Vedere le foto e i filmati di quando eravamo piccoli ( o giovani, dirà qualcuno :P), rivedere le vecchie squadre, le vecchie maglie, e soprattutto i vecchi amici (molti dei quali sono amici di oggi) è questo che si sente! Perché la storia di questa squadra siamo anche noi... O meglio: Questa è la nostra storia!

lunedì, novembre 19, 2007

Sogni di Rock'n'Roll

Era tantissimo che non mi succedeva... Stai lì, apri un libro quasi per curiosità.. Lo hai comprato, pensi che ti piacerà, ma lo apri solo per dargli un'occhiata, per vedere come inizia e cosa dice. E poi continui a leggerlo. Le parole scorrono, le pagine si susseguono, giri pagine senza nemmeno rendertene conto. Lo divori! Magari sei stanco, e le parole nemmeno si fissano bene in mente, ma mentre le leggi ti lasciano comunque qualcosa... Ed è strano come questo libro non sia una storia avvincente, un thriller, un racconto che non vedi l'ora di sapere come va a finire. Sono le parole, sulla carta, di un cantautore di Correggio, raccontate con un'intervista\conversazione curata da Massimo Cotto, giornalista che non conoscevo, lo ammetto.
E come ho aperto questo libro l'ho divorato, letteralmente, leggendo tutto quello che il Liga aveva da dire. La chiacchierata scorre bene, senza intoppi o forzature, e ci mostra un Luciano cambiato dalle sue esperienze, forse una persona più matura e pacata. Nelle sue parole si legge quello che le sue canzoni comunicano, la sofferenza e il sollievo, il contatto con la morte, la fine di un matrimonio e di un lungo amore, l'inizio di una nuova relazione, la nascita dei figli... La vita!
O come dice lui, le emozioni. Perché è questo, secondo il Liga, che ti spinge a fare canzoni, l'idea di avere qualcosa da dire, da raccontare, e l'emozione che provi nel farlo. E se poi devi spiegare a parole qual è il senso di una canzone, perché hai scritto una determinata strofa, perché in quel momento pensavi qualcosa, allora hai mancato l'obiettivo, perché la canzone si deve spiegare da sola.
Emerge da questa chiacchierata, dicevo, tutto quello che i suoi cd ci hanno raccontato. Ogni album è una fotografia, un'istantanea di quello che era Ligabue a quell'età. E' un cantante atipico, di quelli che sono usciti tardi, diventati famosi tardi... Il suo "Ligabue" è del 1990, esce quando lui ha già 30 anni, troppi se si paragonano ai cantanti di oggi, soprattutto sulla scena internazionale. Ma il Liga emerge e l'album è un successo, nonostante gli arrangiamenti ancora acerbi, e già ci sono tutti gli elementi che lo hanno reso grande: parla di vita vissuta, di sesso ("balliamo sul mondo", in cui il sesso è puro divertimento, metaforizzato con il ballo), d'amore ("Piccola stella senza cielo" resta ancora una delle canzoni d'amore più dolci che siano mai state scritte, a mio parere ^_^), della musica e del Bar ("Sogni di Rock'n'Roll" e "Bar Mario su tutte"). Molto ricorrente il tema del bar: bar come punto di aggregazione, come unione di più elementi caratteristici, il tipico bar di paese, un bar Mario in parte vero e in parte frutto di fantasia. E poi si affaccia il tema della padronanza della propria vita, del pagare i propri errori e i propri sbagli, di viversi la vita per scelta propria ("Ci han concesso solo una vita:
soddisfatti o no qua non rimborsano mai e calendari a chiederci se stiamo prendendo abbastanza, abbastanza. Se per ogni sbaglio avessi mille lire che vecchiaia che passerei"), tema che sarà ripreso più volte ("Questa è la mia vita" su tutte).
Parla a ruota libera il Liga, e racconta dei successi e degli insuccessi suoi e dei suoi personaggi, delle storie di "Lambrusco, Coltelli, Rose e Popcorn", della sessualità libera e non costretta da una morale che la limita ("Libera Nos a Malo"), fino a un futuro in cui questa viene limitata dai vigilantes nel 2123, in cui già Luciano ci anticipa l'idea che sta alla base di "La neve se ne frega", sicuramente ancora molto acerba e non sviluppata, ma già presente come idea di fondo nella mente dell'artista.
Non si nasconde Ligabue, non nasconde i periodi difficili, l'album che lo porta al divorzio con gli Orazero ("Sopravvissuti e Sopravviventi", un titolo che a distanza di anni non sa spiegare), il suo album più cupo in un momento in cui tutto gli gira bene. Il pubblico non lo approva, i concerti si svuotano (ma oggi è da alcuni considerato il suo miglior disco, e fra i 100 che più hanno inciso nella canzone italiana). E qui Liga rivela una vena un po' malinconica, cupa, ma anche una vena ironica e di reazione. Racconta storie che si incrociano, racconti di persone semplici, in difficoltà, o che vivono nonostante tutto, a volte con ironia, a volte con malinconia. Penso a "I duri hanno due cuori", a "La ballerina del carillon" e a "Piccola città eterna". E ci mostra più in dettaglio uno di questi personaggi, un "Walter il Mago" che fa tenerezza per la sua "giacca sbagliata", ma che gli amici "fanno sentire una star", perché i compagni del bar, o le persone che vivono in questo piccolo paese si sentono tutt'uno, si aiutano contro le difficoltà. E ancora ritorna il tema della vita che va vissuta da soli, in cui ci scegliamo il nostro destino, della vita in cui bisogna farcela, anche se non come concetto triste, ma come dato di fatto ("Per ogni giorno caduto dal cielo e capitato bene o male a terra
con la tua guerra che non c'e' chi perde ne' pero' chi vince.
Per ogni amore sbagliato d'un pelo oppure perso giocandolo a morra
o atteso in coda col tuo numerino e sei il solo a non spingere." Riporto solo una parte ma tutta "Quando tocca a te" è un piccolo capolavoro, la adoro!). E poi il capolavoro di questo cd, quella "Ho messo via" che non ha bisogno di parole. Quella canzone che la senti e non la commenti, perché ogni commento non aggiunge nulla, anzi, limita l'emozione che ti ha dato.
Dalle difficoltà Luciano si tira su, esce un "A che ora è la fine del mondo" in cui raccoglie vecchie canzoni inedite e le attacca a un singolo aggressivo, quasi rap, producendo un cd che, nonostante non mi piaccia granché, vende e lo risolleva, e lo vede comporre il suo nuovo gruppo: Capitan Fede Poggipollini, Mel Previte, Robbie Sanchez Pellati, Antonio Rigo Righetti.
Ma è il '96 l'anno della consacrazione. Ricordo ancora quando acquistai quel cd con quel bambino in bianco e nero e una corona disegnata in testa, quel "Buon compleanno Elvis!" che ha consacrato il rocker di Correggio a idolo delle folle.
Per molti il suo capolavoro assoluto, per me un ottimo cd, ma con delle perle rare... "Certe Notti" è diventata l'icona dei giovani che girano in macchina in cerca di qualcosa che nemmeno sanno, perché "Certe notti la strada nn conta, quello che conta è sentire che vai". "Seduto in riva al fosso" stride con la caotica vita di tutti i giorni, rimanda a un'adolescenza che il Liga non ha mai dimenticato né rinnegato, una quiete, quella di Correggio, che ha sempre custodito gelosamente. E poi ritorna il tema dell'amore, sviscerato in modo atipico, con " Quella che non sei" e "Viva". E inoltre l'ironica "Hai un momento, Dio", che presenta un tema che Liga ha a cuore, il tema dell'aldilà, il credere in Dio ma non avere fede nella religione, un tema affrontato in modo diverso in "il cielo è vuoto, Il cielo è pieno", e che fa coppia con la splendida e per me incompresa "Chissà se in cielo passao gli Who" di "Fuori come va?". E su tutte una canzone dolce e malinconica, una canzone che ti lascia secco, ti emoziona, ti fa piangere e sorridere, quella "Leggero" che rimane un inno alla vita, nonostante l'atmosfera triste, e un capolavoro della musica italiana.
Poi il Liga parte in un lunghissimo tour con la sua band, e alla fine esce la sua prima raccolta live, "Su e giù da un palco", in cui cerca di trasmettere quello che per lui significa suonare davanti a tante persone, avere qualcosa da dire e essere ascoltato, ma anche il suo bisogno di essere identificato come un individuo ("Abbiamo facce che non conosciamo, ce le mettete voi in faccia pian piano") e di essere ricordato come tale ("Forse qualcuno ci ricorderà non solamente per le canzoni, per le parole o la musica").
E poi un altro capolavoro, la tristissima ma speranzosa "Il giorno di dolore che uno ha", in cui la disperazione (perché "nessuno te lo spiega perché sia successo a te") lascia poi il posto alla speranza, alla voglia di vivere ("quando tira un pò di vento che ci si rialza un pò, che la vita è un pò più forte del tuo dirle "grazie no" "). Un'altra canzone che dà i brividi.
Passa un po' di tempo e il Liga si getta nel suo primo progetto cinematografico, "Radiofreccia", film in parte autobiografico in cui racconta le sfortune di Freccia, le sue difficoltà, in un mondo in continua evoluzione, il suo bisogno di avere qualcosa da dire al mondo. Discorso ben presentato ancora una volta in musica, con la bellissima "Ho perso le parole". Il Liga ne approfitta per comporre una colonna sonora che contiene alcuni tra i suoi pezzi preferiti, dalla "Rebel Rebel" di Bowie, a Lou Reed, a Bruce Cockburn,a Warren Zevon, a Iggy Pop.
Poi esce il singolo "il mio nome è mai più", accompagnato da tante polemiche ma anche da tantissimo sostegno da parte dei fan, al fianco di Jovanotti e Piero Pelù. Il trio LigaJovaPelù va avanti per la sua strada. Ancora un po' e finalmente esce l'attesissimo nuovo album quel Miss Mondo che per alcuni ha deluso le attese, per altri ha entusiasmato. Liga spiega la copertina, in cui Miss Mondo viene ritratta con il pancione... "Una bella donna nel momento della vita in cui è più bella", dice lui ... E l'ironia è che le miss non possono partecipare ai concorsi se sono incinta. Inizia una critica alla società ("baby è un mondo super" e "Miss mondo 99"), ma anche un ritorno al solito spaccato di vita, all'aggrapparsi a una vita da vivere, da godersi nonostante tutto ("La porta dei sogni", "Si viene e si va"). Torna il tema di Dio ("Almeno credo"), e del sesso, nel modo più animalesco che ci sia ("L'odore del sesso").
E poi Liga ricorda che sebbene abbia avuto successo e si ritenga fortunatissimo il culo se l'è comunque fatto, e ai suoi detrattori risponde con "Una vita da mediano", in cui se la prende anche con parte dei giornalisti (come si vede dal video, ironico al punto giusto ^_^). Rimane spazio per "Key è stata qui", canzone dolcissima e che lascia quel non so che di irrisolto, e ci ripresenta una Key che ha avuto a che fare con la droga, come già ce l'aveva presentata il "Leggero" tema ricorrente anche questo (Radiofreccia, ma anche molte canzoni). E infine "Da adesso in poi", in cui Luciano si trova di fronte alla nascita del primo figlio, e gli parla a modo suo, senza imporre, lasciandolo libero di vivere la sua vita dalla nascita, ma avendo sempre qualcuno che veglia su di lui.
E poi si riparte "Da zero a dieci", ancora a parlare di un adolescenza perduta, della crescita dell'individuo, del saper rimanere bambini crescendo e maturando. Il film un successo, così come lo è il primo romanzo, "La neve se ne frega", in cui siamo di fronte a un mondo in cui la vita parte dalla vecchiaia e va verso la giovinezza, verso l'età in cui tutto è perfetto, fino a tornare a una innocente fanciullezza. Non sarà un capolavoro letterario, ma è splendido, leggetelo.
Un po' di inattività e il Liga si ripresenta con una domanda a chi lo segue: "Fuori cme va?". Periodi di cambiamento, un po' di crisi, un po' di affermazione di se, della propria vita ("Nato per me" e "Questa è la mia vita" su tutti, poi "Voglio volere"). Poi i temi sono i soliti, con un disco gradevole ma un po' sottotono a mio parere, pezzi ascoltabili ma che poco aggiungono a quello che il rocker aveva da dire. Ancora un po' ed esce "Giro d'Italia", in cui l'artista ci presenta canzoni acustiche, pezzi rivisti e riarrangiati completamente per i teatri, per nuovi strumenti e nuove sonorità, un esempio della grandezza del musicista oltre che dell'uomo. Che non si stravolge, perché non gli interessa. Che si assomiglia sempre, ma non si ripete mai (quasi :P), che comunica sempre.

E nel 2006 esce un altro capolavoro, l'ultimo e forse il più bello e inatteso, "Nome e Cognome". Un album che non si ripete, in cui emerge una volta di più l'uomo, la persona. Un uomo che ha sofferto, che ha attraversat o una serie di cambiamenti, che in qualche modo ne è uscito.
Il matrimonio finito ci porta al capolavoro "L'Amore conta", con due persone che si rincontrano dopo essersi lasciati, e una dolce, dolcissima malinconia pervade tutto il testo. Una poesia, più che una canzone:

Io e te ne abbiam vista qualcuna - vissuta qualcuna
ed abbiamo capito per bene - il termine insieme
mentre il sole alle spalle pian piano va giù
e quel sole vorresti non essere tu

e così hai ripreso a fumare - a darti da fare
è andata come doveva - come poteva
quante briciole restano dietro di noi
o brindiamo alla nostra o brindiamo a chi vuoi

l'amore conta
l'amore conta
conosci un altro modo
per fregar la morte?
nessuno dice mai se prima o poi
e forse qualche dio non ha finito con noi
l'amore conta

io e te ci siam tolti le voglie
ognuno i suoi sbagli
è un peccato per quelle promesse
oneste ma grosse
ci si sceglie per farselo un pò in compagnia
questo viaggio in cui non si ripassa dal via

l'amore conta - l'amore conta
e conta gli anni a chi non è mai stato pronto
nessuno dice mai che sia facile
e forse qualche dio non ha finito con te

grazie per il tempo pieno
grazie per la te più vera
grazie per i denti stretti
i difetti
per le botte d'allegria
per la nostra fantasia

l'amore conta
l'amore conta
conosci un altro modo per fregar la morte?
nessuno dice mai se prima o se poi
e forse qualche dio non ha finito con noi

l'amore conta
l'amore conta
per quanto tiri sai
che la coperta è corta
nessuno dice mai che sia facile
e forse qualche dio non ha finito con te
l'amore conta

Si legge un passato e un presente fatto di amori e relazioni, che hanno lasciato qualcosa, o che ti arricchiscono. La consapevolezza che non tutti gli amori finiscono bene, che non sempre le cose vanno come ci si aspetta, ma che tutti gli amori vanno la pena di essere vissuti. Un inno alle donne ("Le donne lo sanno") arricchito da aggettivi che vedono la donna come tutto e il contrario di tutto ("Femmina come la terra, Femmina come la guerra, Femmina come la pace, Femmina come la croce, Femmina come la voce ,Femmina come sai, Femmina come puoi, Femmina come la sorte, Femmina come la morte,Femmina come la vita,Femmina come l’entrata,Femmina come l’uscita,Femmina come le carte,Femmina come sai,Femmina come puoi"). O anche quello che la donna può portarti a fare, perchè la persona che si ama può essere "la malattia e la cura" ("E' più forte di me" è splendida, mostra una disperazione come poche altre canzoni sanno fare, mi viene in mente "Povero me " di De Gregori...) o ancora l'esortazione a vivere ogni relazione "Giorno per GIorno", senza aspettarsi nulla ma godendosi ogni momento. Un pensiero profondo, che vede un Ligabue che si è scontrato con la morte del cugino, che per lui era come un fratello, e a cui scrive una Lettera postuma ("Lettera a G") in cui si vede una speranza per l'aldilà ("fai buon viaggio e poi poi riposa se puoi").

Un ligabue più maturo quindi, intenso, calmo o aggressivo, ma che ha ancora cose da raccontare...

domenica, novembre 18, 2007

It's my life!

La vita è strana
Non è cattiva ma nemmeno buona
Sicuramente conta la fortuna
E un pizzico di abilità
Il manuale
Ha poche pagine ed è scritto male
Non spiega quali procedure usare
Se ci si trova in difficoltà

Così c’è da improvvisare
Stando attenti a premere
I pulsanti giusti e andare
Dritto senza sbattere

Esserci, esser qui
È già un grande risultato
Esserci, esser qui
Senza avere mai barato

Bisogna andare
Senza sapere cosa e come fare
Sperando di riuscire ad imparare
Ogni giorno qualcosa in più
Per non sbagliare
O almeno per provare ad imitare
I danni ed evitare il temporale
Fare di necessità virtù

Qualche volta ci si riesce
Qualche volta invece no
L’errore non si capisce
Prima di commetterlo

Esserci, esser qui
È già un grande risultato
Esserci, esser qui
Senza avere mai barato

E ci può stare
Qualcosa sarebbe potuto andare
Diversamente senza qualche errore
Magari ragionandoci un po’
Certe parole
Non dette o dette troppo tardi e male
Azioni che ancora fanno soffrire
E come pietre ci pesano

Si poteva fare meglio
Ma anche peggio di così
E se pur con qualche sbaglio
Noi siamo bravissimi

Esserci, esser qui
È già un grande risultato
Esserci, esser qui
Senza avere mai barato


Dopo essermi ripromesso che avrei scritto più spesso ho subito lasciato passare dei giorni prima di aggiornare il blog, e i miei pochi lettori (sembra meno di 5, ma vi sono affezionato :P) mi dovranno perdonare.
Però oggi ho sentito un discorso che mi ha fatto venir voglia di scrivere. La canzone postata sopra mi è piaciuta dalla prima volta in cui l'ho sentita. E' una canzone che fa riflettere, nonostante il tono allegro e scanzonato...
Ma torniamo al discorso di cui parlavo: si diceva che la vita era come un compito, una sorta di esame scritto in cui, al momento della consegna, non avevi più tempo per cambiare nulla, quello che avevi fatto rimaneva lì, su carta. Nessuno poteva tornare indietro, cambiare qualche parola, correggere qualche errore. Ovviamente c'è chi è riuscito a fare un esame di cui è soddisfatto, chi ha commesso molti errori, chi forse avrebbe potuto fare di più.
E la metafora è per certi versi calzante: ognuno è artefice del proprio destino, dicevano i latini (qualcosa tipo "Faber est quisque fortunae suae", non ricordo bene... io e il latino non andiamo molto d'accordo ultimamente :P); ognuno deve scrivere il proprio compito, il proprio tema, si deve impegnare secondo le sue possibilità a fare il meglio possibile. Ovviamente potrà sbagliare, ma se si sarà impegnato alla fine il risultato lo soddisferà, anche se guardandosi indietro si renderà conto che qualcosa sarebbe potuto essere diverso.
E la vita è un film di cui siamo registi e attori, è un film che può scorrere piatto e sereno, e poi magari avere un'accelerata, il colpo di scena è sempre dietro l'angolo, un film che può sorprenderti, spaventarti, o farti felice. Ma è un film complicato da girare e da recitare, e in cui non sempre è facile seguire e capire la trama, costruirla giorno per giorno.
Questo è un periodo un po' strano della mia vita. Gli anni sono 25, non sono tanti, ma iniziare a lavorare ti proietta comunque in una realtà un po' diversa da quella di uno studente universitario. E' un po' come rendersi conto di essere diventato grande e di essere entrato nel mondo vero. Inoltre sono successe una serie di cose, questioni che fanno riflettere. Che ti fanno chiedere come sarà il futuro, e ripensare al passato. Se si sono fatte scelte giuste, se si sarebbe dovuto fare qualcosa di diverso. Perché quando sei al liceo (e poi all'università) ti immagini mille vite possibili, diversi scenari tutti ugualmente stimolanti, e poi quando ci sei è solo una la vita che devi scegliere di vivere. E ti trovi nella condizione di dover pensare se le scelte che fai ti portano verso il futuro che volevi, ti porteranno a diventare quello che vorrai. Ma il bello e il brutto è che non lo puoi mai sapere nel momento in cui le scelte le fai.
E quindi che dire... La vita va vissuta assaporandola attimo per attimo, cercando di non avere ripensamenti, cercando di non avere rimpianti, agendo sempre come ci si sente... E se qualcosa sarebbe potuto andare meglio di com'è andato vuol dire che sul momento ci sentivamo in modo diverso da come ci sentiamo adesso... E quando si capirà questo pensiero ci si renderà conto che ogni scelta sarà sempre giusta in quanto tale, che non ci saranno errori, perchè avremo fatto quello che in quel momento sentivamo di dover fare.
Che poi non sempre sia facile è un altro discorso :P

PS: avrei voluto parlare anche del Liga in questo post, ma a uno dei miei lettori non interessava ;P E inoltre è già troppo lungo così, rimanderò prossimamente!

"Qua nessuno c'ha il libretto di istruzioni! Credo che ognuno, si faccia il giro, come riesce, a suo modo..."

domenica, novembre 11, 2007

I'm coming back!

E' tantissimo che non scrivo su questo blog... Ho avuto un sacco di volte voglia di aprire il computer per scriverci, ho avuto spesso voglia di confidarmi solo con me stesso, affidando allo schermo il compito di riportare i miei pensieri, le mie idee, quello che pensavo e sentivo. Ma per un motivo o per un altro non l'ho mai fatto, e questo blog è rimasto abbandonato a se stesso. E ammetto che ho avuto anche la tentazione di chiuderlo, di porre fine alle mie elucubrazioni qui su internet.. Non perché non avessi nulla da dire, perché pensassi ormai di aver detto tutto, ma perché proprio in un periodo in cui avrei voluto scrivere tanto non avevo lo stimolo a farlo, mi mancava quella scintilla che ti fa aprire il pc e passare qualche istante di fronte alla pagina vuota, prima di gettarsi a battere freneticamente sui tasti senza rifletterci troppo.
Eppure sono ancora qui, che scrivo, e questo non è un post di addio. Oggi ho voglia di scrivere, di raccontare qualcosa su questo blog.
Si dice sempre che il blog è un posto dove sfogarsi, che si scrive molto (e spesso cose molto interessanti) quando si è depressi e arrabbiati con il mondo, quando si avrebbe voglia di spaccare tutto o solo di fuggir via e ripartire da zero. E probabilmente in molte occasioni è vero, e negli ultimi tempi ci sono stati momenti così.
Ma oggi in realtà sono qui a scrivere e sono tranquillo.. E' uno di quei rari momenti in cui ho voglia di parlare di qualcosa che magari non è andato bene, ma senza farne troppo un problema :P, in maniera rilassata...
Volevo parlare di una sensazione provata questo week end: mi è capitato di stare in mezzo alla gente e di sentirmi solo. So che succede a tutti, ma questa volta l'ho avvertito come una sensazione diversa. Mi sembra che a volte ci sia come una barriera, un muro tra me e le persone che mi circondano, quasi che io mi trovassi solo, isolato, e le altre persone vedessero di me solo una parte, una facciata, una sorta di maschera. Fa molto Pirandello! :P
E' stata una riflessione che mi ha un po' spaventato... A volte ho paura che non ci sia nessuno che possa capirmi realmente, che non si renda mai veramente conto di quello che provo o che sento. Mi sembra come se chi mi sta intorno mi vedesse per come mi vuole vedere, o al contrario per come io mi pongo, ma mi vedono come sono realmente?
Il brutto è che alla fine probabilmente è colpa mia... Eli mi dice sempre che non si capisce mai quello che penso :P Mi sa che ha ragione, spesso non lo capisco nemmeno io :P.
Mi sembra che chi mi circonda spesso non si renda conto di come mi sento, non si renda conto se a volte sono triste,o magari che non capisca quanto sto male per qualcosa.
Ho paura che questa sia stata una mia caratteristica da sempre, o che comunque si sia sviluppata con gli anni.. Come se mi fossi costruito il mio piccolo mondo, la mia piccola sfera di protezione personale, al riparo dai problemi del mondo. :P :P
Alla fine dicono che l'importante sia stare bene con se stessi, ma questo è un argomento che non voglio affrontare ora :P Non voglio che questo diventi un post depresso ( mi scuso con i miei 5 lettori se lo è già, non era mia intenzione :D.. Sembro molto Manzoni :P ), perché non lo è... Era solo una constatazione e un modo per salutare di nuovo questo blog, su cui spero di tornare a scrivere un po' più assiduamente (devo sviscerare bene quest'ultimo discorso dopotutto, e vi assicuro che di carne al fuoco ce n'è tanta :P).

Ne approfitto per fare gli auguri alla mia piccola, un anno e nove mesi cominciano a essere tantini.. :P

giovedì, luglio 26, 2007

26 Luglio 2007

AUGURI PICCOLA!!!

Spero tu abbia passato un bel compleanno e che sia un anno felice e ricco di soddisfazioni.. Ti amo!

mercoledì, luglio 11, 2007

SBONK!!

Negli ultimi due giorni, per motivi diversi, ho avuto voglia di battere la testa contro il muro... vi è mai successo? Di arrivare a un momento e di avere solo voglia di dare una capocciata forte contro una parete! Non è bello... :P Mi sa che ormai sto male per davvero...

domenica, giugno 24, 2007

Kareshi Kanojo no Jijo

La vita gira, e gira... Di genitore in figlio! Mentre preghi perché i tuoi figli siano felici lotti disperatamente per la tua felicità.

Amore, amicizia, odio, rabbia, successo e disperazione, esaltazione, irritazione, verità, falsità, venire feriti da una parola, venire salvati da una parola, desiderio, un sentimento che non chiede nulla in cambio, depravazione, rinascita. Avvolgono questo mondo in una spirale infinita. E noi, senza sapere quanto tempo ci sia concesso su questa terra, continuiamo a brancolare, nuotandovi in mezzo.

Abbiamo una vita sola, dobbiamo assaporarla a pieno. Il mio sogno è morire dicendo:”Ah, mi sono divertito, sono proprio stanco!”



Con queste parole finisce l'ultimo numero de “Le situazioni di Lui e Lei”, un fumetto che, a dispetto di un inizio un po' infantile e scanzonato, finisce per affrontare una serie di tematiche della vita molto profonde e interessanti. Probabilmente la frase riportata sopra ha poco senso se non si è letto il fumetto, ma rileggendola mi piace lo stesso... E' strana la sensazione che hai quando finisci di leggere o di vedere una cosa che ti è piaciuta molto, che sia un fumetto, una serie di libri o un telefilm. Ci si sente malinconici, un po' tristi... Finché non è finito ci appassioniamo, vorremo andare sempre avati e divorare le pagine o le puntate, ma man mano che ci avviciniamo alla fine di qualcosa che abbiamo seguito con interesse per anni non si vorrebbe che finisca, si vorrebbe che durasse in eterno, che ci continuasse a dare quelle emozioni che ci ha dato fino a quel momento. Non sono molte le opere in grado di darci queste sensazioni. E questo ci fa capire quanto quello che leggiamo o vediamo sia ben fatto e interessante. Ma non basta... Non è sufficiente che il fumetto sia ben scritto o disegnato, o la trama del telefilm sia avvincente e ben recitata. Le opere di cui sto parlando hanno qualcosa di più, ed è il fatto che le vede o le leggi in un momento particolare della tua vita, a una certa età, in un certo stato d'animo, in una certa situazione. Ho sempre pensato che gran parte del valore che noi attribuiamo alle opere dipenda da noi, da come ci sentiamo nel momento in cui ne fruiamo. Si potrebbe obiettare che le sensazioni che ci suscitano possono cambiare il nostro stato d'animo, ma in fondo penso che il punto di partenza siamo noi, sempre noi. E questo fumetto mi è piaciuto un sacco proprio per questo: per prima cosa mi sono rivisto in certi comportamenti di Soichiro, in certi pensieri, in certi atteggiamenti. Ci sono stati dei momenti in cui leggere certe cose scritte su carta mi ha fatto quasi paura, perché per certi versi mi vedevo riflesso in quei pensieri, in quelle azioni. E poi i temi affrontati, un momento della vita che ho vissuto da poco (o che sto ancora vivendo :P), la storia di Soichiro e Yukino, tutti aspetti che mi hanno fatto appassionare a queste pagine. E' stato così anche per altre opere... E' stato così per Dawson's Creek: all'epoca in cui lo guadavo per le prime volte quei personaggi a cui ero affezionato affrontavano le stesse mie problematiche, gli stessi miei cambiamenti, gli stessi miei bisogni. E mi sembrava quasi che potessero essere amici con cui discuterne, con cui affrontarli insieme (spero che si capisca il senso e che non mi si prenda per pazzo :P). Credo che certi ricordi, certe sensazioni, certi momenti legati a quel telefilm mi siano rimasti dentro, in un modo o nell'altro, facciano parte della persona che sono oggi, e perciò ci rimarrò sempre legato.
Ce ne sarebbero altri di esempi, anche se mi sono dilungato abbastanza. E' strano come ci si possa affezionare a dei personaggi di finzione, come si possa finire per appassionarsi ai loro destini, ai loro problemi, alle loro gioie e ai loro dolori.

giovedì, giugno 14, 2007

Priority Queue

Terzo post di fila, e settantesimo in generale.. Non male visto l'andazzo di questi ultimi tempi. Partiamo come spesso mi piace fare da una frase: "Una persona si giudica in base alle sue priorità!"
Più si cresce e più ci si rende conto che è difficile capire le priorità delle persone... Da piccoli si pensa solo a giocare, si vive spensierati, e spesso le priorità che si hanno ci sono imposte dai genitori o dagli insegnanti. Crescendo si forma una personalità propria (certo influenzata dall'educazione e da chi ci è sempre stato intorno... Credo che quello che ci è stato insegnato da piccoli ci accompagni per tutta la vita), e si cominciano a delineare una serie di priorità, di punti fermi, un elenco di cose a cui non vogliamo rinunciare, o un elenco di attività a cui decidiamo di dedicare il nostro tempo, o ancora un gruppo di persone con cui decidiamo di condividere la nostra vita. Detto così il discorso sembra semplice... Ma la faccenda è molto complessa: spesso è difficile capire le priorità di una persona; avete mai pensato, guardandovi intorno, che molte persone danno importanza a cose che per noi non hanno nessun interesse, o che considerano fondamentali cose che per la nostra visione del mondo sono marginali. E allo stesso tempo cose che noi consideriamo importanti, a cui teniamo, sembrano per altri stupidaggini di nessun interesse. E allora si finisce con lo scontrarsi: nascono incomprensioni, litigi, scontri. E ci si rende conto di quanto sia importante accettare il punto di vista delle persone che ci stanno intorno senza giudicare, magari discutendone, cercando di dare loro la nostra visione, ma non bisogna commettere l'errore di voler imporre la nostra visione, perché l'importanza che si da a ogni cosa è relativa (anche se si rischia di sfociare nel relativismo morale, ma questo è un altro discorso, e un altro post :P). Alla fine questo post ha parlato di tutt'altro rispetto alla bozza che avevo in mente all'inizio, ma vabbé... Quando si scrive è così, sai come inizi ma non sai mai cosa verrà fuori :)

mercoledì, giugno 13, 2007

Pacefulness

E' strano come spesso non ti rendi conto di quello che hai finché non rischi un cambiamento che te lo porta via... E' un discorso valido un po' a tutti i livelli, dalle cose più piccole a quelle più grosse. Pensiamo a quante cose si danno per scontate, a tutto quello che abbiamo e di cui non ci rendiamo conto: pensiamo alla corrente elettrica ad esempio.. nel momento in cui in casa viene a mancare ci si rende conto di quanto sarebbe pesante dover fare a meno della luce, del computer (e anche quando manca la connessione non si sta tanto meglio, vero? :P), del forno, di ventilatori e condizionatori vari (visto il clima :P).
Il discorso diventa tanto più importante quanto più può essere grande il cambiamento che ci sconvolge, e quanto più questo è improvviso... Perché ci si abitua a tutto, ma quando succede qualcosa che non ci si aspetta, che non si era calcolato, e che magari può cambiare lo stato delle cose si comincia a pensare a quello che questo cambiamento può comportare, a quello a cui bisogna rinunciare per questo cambiamento, e magari anche a quello che questo cambiamento potrebbe portare di positivo (se c'è e siamo in grado di vederlo :P).
E il superaro o lo scongiurare certi possibili cambiamenti ti lascia una sensazione di sollievo e di tranquillità che difficilmente ha eguali... E' un po' come per un esame molto difficile, o per cui comunque ci si stressa molto: nei giorni precedenti non si riesce mai a essere tranquilli e completamente rilassati, c'è sempre l'idea che ci sia l'esame da fare, e in certi momenti ci si immagina che potrebbe andar male, e cosa potrebbe comportare. E poi lo affronti, lo superi, e la tranquillità ti avvolge. Non tanto perché hai tanto tempo libero e puoi fare tutto quello che hai progettato, perché alla fine dei progetti fatti mentre si studia rimane poco più che l'idea, difficilmente si realizzano quando si può farlo. Ma è la sensazione di aver superato un ostacolo, di non avere più un peso, di non dover affrontare quel piccolo cambiamento negativo che l'insuccesso poteva creare. E la cosa vale per tutti i livelli, per le cose più brutte e per quelle più banali.

Dicono che chi non ha mai affrontato certe difficoltà non si rende mai conto di quello che ha, e di quanto sia fortunato. Credo sia vero! Credo che ci siano delle difficoltà che ti facciano crescere, altre che ti fanno solo rendere conto di quello che hai, e quando ti ritrovi senza pensieri ti puoi godere la vita, almeno fino al prossimo problema che arriverà a tormentarti :P (anche perché, diciamocelo, spesso se non abbiamo problemi la nostra mente se li crea, per un assurdo meccanismo autolesionista, chissà perché :P)

martedì, giugno 12, 2007

alone!

E' ormai un mese che non scrivo su questo blog... Ci sono stati molti momenti in cui ho avuto voglia di scrivere, ho avuto un sacco di idee e un sacco di cose da dire, ma poi per un motivo o per un altro non ci scrivo mai, la sera sono troppo stanco e il giorno non ho mai troppo tempo da dedicarci. Se ci riuscirò cercherò di recuperare i pensieri passati, altrimenti di nuovi ne verranno fuori col tempo :P.
Risentendo una canzone di Ligabue, qualche giorno fa, ho avuto voglia di parlare della solitudine... La canzone è "Tu che conosci il cielo", e la frase che mi ha ispirato è la seguente: "Starò con tanta gente, per stare solo un po'!". Cavoli, è verissima! E' incredibile quanto queste parole assumano il significato di una sensazione che in molti abbiamo provato... Vi è mai successo? Vi è mai successo di stare in mezzo a un mucchio di gente, o in una tavolata, o passeggiando per la città, con tutto ciò che vi è intorno che vi sembra ovattato, che non vi dice nulla. Magari rispondete, e magari ridete anche, ma in realtà siete soli con i vostri pensieri. La solitudine è un sentimento scoraggiante, per certi versi.. E lo è tanto di più quanto si è abituati a non stare da soli, a poter contare sugli altri. E allora ci sono dei momenti in cui magari ti senti solo, in cui ti sembra che nessuno ti capisca, o che magari anche se c'è tanta gente che tiene a te ti sembra che non ti conosca veramente, o che tu non ci possa parlare, o non ci voglia parlare per qualche motivo. E allora ti ritrovi in questa situazione, circondato dalla gente ma solo, con quella sensazione di essere "un gruppo di uno", per citare il titolo di un blog molto ben fatto ^_^. Ce ne sono altri esempi nella musica come nella letteratura, segno che questo sentimento è più diffuso di quanto si pensi.
Ne avrei altre di cose da dire, ma è tardi e domani si lavora... Spero di riscrivere abbastanza presto, che mi sono un po' lasciato andare all'inattività :P

domenica, maggio 13, 2007

karekano

Quando ci si innamora si perde l'equilibrio dei propri sentimenti,
finché si finge e ci si dimostra migliori di quello che si è non si è realmente innamorati,
perché si dà ancora più importanza a se stessi e non all'altra persona.
Quando si ama davvero il cuore perde ogni controllo...

sabato, maggio 12, 2007

Sere nere...

Ci sono quei giorni un po' così, in cui ti senti giù senza un reale motivo, o almeno senza renderti bene conto del perché. Poi la giornata va avanti, e ti sembra che ci siano tante piccole cose che vanno male e ti rendono la giornata più triste. O forse non sono tante piccole cose, forse sei te che ti rendi triste, che ti senti triste. Forse perché questa giornata ti ricorda dei momenti brutti passati un po' di tempo fa, o forse perché quei momenti passati ancora ti rendono triste.

giovedì, aprile 26, 2007

Angel smile

Alzo gli occhi al cielo,
ed è pieno di nuvole,
ogni giorno è una salita faticosa.

Non ce la faccio più...

Ma poi ripenso alla ragazza che amo
e mi rimetto le scarpe che avevo sfilato.

Il sorriso di quella ragazza
è come un mare di luce
che scende come pioggia
dagliinterstizi tra le nuvole.
Una luce che scalda il cuore.

Quella ragazza ha il sorriso di un angelo.

domenica, aprile 22, 2007

Romeo & Juliet

Tornare a verona un anno dopo mi ha fatto un effetto abbastanza strano e particolare... Rivedere quei luoghi, rivivere nella mente quei momenti passati lì, quegli attimi infiniti, quei due giorni perfetti, mi ha fatto tenerezza ^_^
Oggi, girando per la città, mi sono reso conto che a queste strade ci sono già affezionato ^^. Eppure ci ho girato poco, non è una città che ho vissuto tanto, come può essere Londra, ad esempio. Ma è una città importante, che adoro, ed è stato bello riviverla un paio di giorni... Sono stato bene! Nel pomeriggio ho avuto qualche piccolo problema con lo shopping, ed è riapparsa quella nuova parte di me che odio, e mi dispiace, ma sono stato bene davvero, e sono stati due giorni davvero belli, anche se la magia di un anno fa credo sia irripetibile. E poi siamo riusciti finalmente a vedere il balcone di Giulietta (e Romeo :P). Meno male che l'ufficio informazioni era aperto, sennò ce lo perdevamo anche stavolta :D. Non è che sia poi questo gran monumento, anche se è carino, eppure l'atmosfera che si respira è particolarissima, perché le scritte, i biglietti, le gomme masticate, il balcone, tutto ti fa ricordare quanto questi luoghi siano stati pervasi da coppie di innamorati, che con la storia dei due giovani montecchi e capuleti hanno sognato, si sono rivisti, hanno paragonato il loro amore. Chissà, magari molte di quelle storie sono finite male, altre bene, altre durano ancora, altre sono state dimenticate.. Ma nel momento in cui hanno visto quel balcone e lasciato la propria scritta tutte queste coppie erano felici, unite, innamorate, e sognavano il futuro per sempre insieme (magari con un carlino di mezzo :P).
E' stata la storia di tanti amori e amanti... A loro sono stati dedicati sogni, canzoni, e soprattutto i versi di un grande drammaturgo del passato che li ha fatti passare alla storia! ^_^
C'è una frase che mi è sempre rimasta in mente, non so perché, dalla prima volta che lo lessi a inglese alle superiori :P Non è la più bella né la più romantica, ma mmi è sempre rimasta nella memoria, pronunciata da Giulietta : "O, swear not by the moon, the inconstant moon, that monthly changes in her circled orb, Lest that thy love prove likewise variable."
Ormai per me identifica tutto il discorso dei due amanti.
Un'altra canzone splendida e ormai famosissima è invece quella dei Dire Straits:

Romeo + Juliet



NARRATOR:
A love-struck Romeo sings the streets a serenade
Laying everybody low with a love song that he made.
Finds a streetlight, steps out of the shade
Says something like "you and me babe, how about it?"

Juliet says "hey, it's Romeo, you nearly gave me a heart attack!"
He's underneath the window she's singing "hey la, my boyfriend's back.
You shouldn't come around here singing up at people like that...
Anyway what you gonna do about it?"

ROMEO:
Juliet, the dice was loaded from the start
And I bet that you exploded into my heart
And I forget I forget the movie song.
When you gonna realize it was just that the time was wrong, Juliet?

Come up on different streets, they both were streets of shame.
Both dirty, both mean, yes and the dream was just the same
And I dreamed your dream for you and now your dream is real.
How can you look at me as if I was just another one of your deals?

When you can fall for chains of silver,
You can fall for chains of gold,
You can fall for pretty strangers,
And the promises they hold.
You promised me everything, you promised me thick and thin, yeah!
Now you just say "oh Romeo, yeah, you know I used to have a scene with him".

Juliet, when we made love you used to cry.
You said "I love you like the stars above, I'll love you 'til I die".
There's a place for us, you know the movie song.
When you gonna realize it was just that the time was wrong, Juliet?

I can't do the talks, like the talk on the TV
But I can do a love song, like the way it's meant to be.
I can't do everything, but I'll do anything for you,
I can't do anything, except be in love with you!

And all I do is miss you and the way we used to be,
All I do is keep the beat and the bad company.
Now all I do is kiss you through the bars of a rhyme,
Juliet, I'd do the stars with you any time!

Juliet, when we made love you used to cry.
You said "I love you like the stars above, I'll love you 'til I die".
There's a place for us, you know the movie song.
When you gonna realize it was just that the time was wrong, Juliet?

NARRATOR:
A lovestruck Romeo sings the streets a serenade
Laying everybody low with a lovesong that he made
Finds a convenient streetlight, steps out of the shade
He says something like "you and me babe, how about it?"

ROMEO:
"You and me babe, how about it?"



Ultime due parole per ricordare la storia di due amanti sconosciuti: a Verona c'è un pozzo, noto come il pozzo dell'amore... Si dice che un tale Costanzo amasse una ragazza, Isabella, però non ricambiato. Dopo averle fatto una corte spietata per sei mesi e essere stato respinto decise di farla finita, e si buttò in un pozzo vicino casa di lei. La ragazza, venutolo a sapere, si rende conto di aver rifiutato un amore puro e totale, e si butta anche lei nel pozzo.
La storia è un po' assurda forse, ma comunque a verona c'è questo pozzo in cui è scritta la storia dei due e se dice che buttare una moneta in questo pozzo aiuti a trovare l'amore. Mi piaceva ricordare anche questi due personaggi sconosciuti. ^_^

giovedì, aprile 12, 2007

Purtroppo è così...

"E' quello il guaio della perfezione, quando l'hai provata passi il resto della vita a desiderare poterla rivivere!"

venerdì, marzo 30, 2007

my date!

Grazie piccola per la bellissima serata! Dolce, tranquilla, appassionata, eccitante! Sei davvero una ragazza splendida, ti amo! Volevo solo ricordartelo! ^_^

domenica, marzo 25, 2007

Sex, she said!

Ieri sera mi sono messo a riflettere su un argomento per molti versi controverso, il sesso. Se ci pensate è un argomento abbastanza strano... Fin da piccoli (o almeno così era un tempo,non so come crescano oggi le nuove generazioni) siamo abituati a pensare al sesso come a qualcosa di privato, che va tenuto nascosto, qualcosa di cui non si deve parlare troppo. Da piccoli non si capisce bene cosa sia: eppure è dappertutto! Ne parlano in televisione, al cinema, sui giornali, ovunque! E poi crescendo tutti cominciano a parlarne, comincia a diventare naturale, entra pian piano nella vita di tutti i giorni! E addirittura senti quello vantarsi delle sue esperienze, parlare come se ne avesse viste tante, come se fosse l'espertone :P. Senti gruppi di amici che fanno a gara a chi ha più storie da raccontare, a chi è più grande, riducendolo quasi a una competizione, come se fosse importante non viverlo bene, farlo perché ti piace, ma solo farlo più e meglio degli altri, o nei modi e luoghi più strani. Solo più avanti il sesso riacquista una dimensione più naturale, più vera... C'è sempre gente che se ne vanta, che racconta storie, ma in genere quando si è più maturi è più facile collocarlo nella giusta prospettiva.

Ma qual è questa giusta prospettiva? Da una parte viene ad essere una cosa normale, naturale. Prima di farlo il sesso è carichissimo di aspettative, ti sembra che sia un passo importantissimo, un evento. E in effetti lo è! E' un passo davvero importante, però è difficile spiegare come.. E' difficile spiegare come cambia la visione che si ha prima e dopo averlo fatto, probabilmente non è la stessa per tutti, ma cambia da persona a persona. Però è vero che cambia radicalmente: prima sembra una cosa imbarazzante, è imbarazzante parlarne, si pensa a certe cose e si immagina che non si sarebbero mai fatte e invece poi si fanno con naturalezza, o certi comportamenti ci sembrano strani quando poi ci si rende conto che invece sono naturali. Come dicevo non è facile spiegare... :P

E è difficile capire qual è la dimensione che il sesso ha nella nostra vita, come in quella degli altri... proviamo a pensarci! Il sesso è una pulsione fortissima, alla base di molte delle azioni umane. E' così importante perché coinvolge al massimo livello sia il corpo che il cervello, in mille modi diversi. E' autoaffermazione, viene utilizzato per sfogare la rabbia e la frustrazione, per sentirsi meglio con se stessi, per non pensare ai problemi, per puro piacere... E per dimostrare amore! E per colpa del sesso ci sono state vite rovinate, famiglie distrutte, sono caduti imperi, sono state rovinate carriere politiche. Per il sesso si dimenticano tutte le possibili conseguenze, si perde la testa, si è pronti a rischiare tutto. Basta pensare a quante persone tradiscono, a quante persone sono pronte a rischiare tutto per una "botta di vita" (passatemi il termine), per fuggire dalla routine, per sentirsi vivi.
E magari sembra una cosa normale quando la si fa con regolarità, ma non ci si rende conto che quando manca può diventare un problema, perché il sesso è un bisogno della persona, aiuta a stare meglio, a sfogarsi, rende allegri e sereni.
E poi pensate al giro d'affari che muove. Il sesso è dappertutto, la pornografia è stata la fortuna di internet :P. C'è chi dice che se si levasse la pornografia da internet rimarrebbe solo un sito con una petizione per rimettere il porno sulla rete :P.
E moltissime persone condannano dei comportamenti e delle pulsioni che sono naturali... Un po' per educazione, un po' per mentalità, un po' perché se una cosa a noi non piace o non la concepiamo, ci sembra sbagliata ed è difficile accettare che per altri sia normale, c'è chi è sempre pronto a giudicare, a puntare il dito contro questo o quel comportamento. Ma come si dice, nel sesso è lecito tutto ciò che piace, basta che nessuno sia forzato a fare niente che non vuole. Si sente spesso di ragazze (purtroppo è quasi sempre così, i maschi chissà perché son fighi se fanno certe cose..) che vengono considerato p****** solo perché gli piace il sesso, anche se lo fanno solo con il loro ragazzo. Sono altri i comportamenti che non vanno bene... Una col suo ragazzo è libera di fare tutto quello che gli piace, ovviamente non è libera di farlo con altri :P, allora si che scatta l'aggettivo, anche se non è mai bene generalizzare...


Alla fine non ho concluso nulla su questo discorso, sono solo riflessioni :P Vi lascio con qualche frase, come mio solito...


Ci possono essere delle cose migliori del sesso, e delle cose peggiori del sesso. Ma non c'è nulla uguale ad esso.

Il sesso può essere una forma di liberazione, ma può anche essere una trappola. Tutto sta nella capacità di dare ascolto ai nostri più reconditi desideri.

Il sesso è ereditario. Se i tuoi genitori non l'avessero mai fatto, anche tu non avresti nessuna possibilità.

Il sesso è zeppo di bugie. Il corpo cerca di dire la verità, ma viene represso dalle regole sociali e finisce per legarsi alla finzione, paralizzandosi nella menzogna.

Il denaro è come il sesso. Chi non ce l'ha non pensa ad altro e chi ce l'ha pensa ad altro.

Legare l'amore al sesso è stata una delle trovate più bizzarre del Creatore.

lunedì, marzo 12, 2007

Just me!

Anche stasera mi appresto a scrivere sul blog, era un bel po' che non scrivevo due giorni di fila. :P
Negli ultimi mesi molti miei amici si sono lasciati, o comunque non hanno una relazione stabile. E le persone reagiscono in modo diverso quando sono sole: molti si sentono spaesati, persi, viene a mancare loro un punto fermo e si trovano allo sbando; altri invece si buttano alla ricerca di un nuovo amore, di un'avventura, di qualcuno con cui condividere il loro tempo e la loro vita, di qualcuno a cui appoggiarsi; altri si mantengono impegnati o si buttano nello studio o nel lavoro per non pensare troppo o per realizzazione personale... Ognuno vive in modo diverso, e reagisce in modo diverso.

Superare una rottura, soprattutto per una storia importante, è difficile per tutti. Ma ci può insegnare qualcosa, ci può aiutare a capire meglio cosa vogliamo da noi e dalla vita. Perché è normale sentirsi un po' persi quando un rapporto importante finisce, ma non bisogna mai dimenticare che la vita è nostra e ce la viviamo noi. E questo vale anche quando l'amore c'è ancora... Non voglio dire che non si debba condividere la nostra vita con chi si ama, o magari sacrificarsi per quelli che amiamo, il discorso è diverso... Bisogna sempre continuare a essere noi stessi, avere degli spazi, dei propri interessi, una propria occupazione. Un mio amico qualche tempo fa ha deciso di buttarsi a studiare, così comunque andassero le cose gli esami superati gli sarebbero rimasti :P Lo disse per scherzo, ma il discorso è giusto. Perché è normale dipendere affettivamente dalla persona che si ama, averne bisogno, ma non si deve dipenderne in maniera totale... Ci dev'essere spazio anche per noi stessi, per la nostra gratificazione personale, per il nostro lavoro/studio, per i nostri hobby. Forse la cosa giusta da chiedersi, anche se non ci voglio pensare, sarebbe chiedersi cosa ci resterebbe se il rapporto che si ha con un'altra persona finisse, e se la risposta è "nulla" allora forse c'è qualcosa che non va, forse diamo troppo poco spazio a noi stessi.
E secondo me è questo il punto da cui bisogna ripartire dopo una rottura. Non voglio dare consigli, nelle cose bisogna trovarcisi e ogni persona reagisce in modo diverso,e ha bisogno di un modo diverso di comportarsi e di agire per superare la rottura, ma credo che tutti potrebbero giovare di quest'approccio, perché nella vita è fondamentale stare bene con se stessi, cosa fondamentale anche per star bene con gli altri.
Così che ci si butti sul lavoro in cerca di una gratificazione personale, che ci si dedichi a quello che ci piace, a un nuovo hobby, o a quelli vecchi che avevamo abbandonato, che si esca con amici nuovi e vecchi, si facciano viaggi e esperienze diverse, bisogna cercare di star bene come individui, punto di partenza per la costruzione di un futuro rapporto con un'altra persona.

"Che piacevole sorpresa scoprire alla fine che da soli non siamo poi così soli."

"Essere adulti è essere soli."

"L'amore è un castigo. Ci punisce di non aver saputo restare soli"

"Si vive come si sogna; soli! "

domenica, marzo 11, 2007

Oh my God!!! I'm late!!!!

Negli ultimi giorni ho avuto spesso voglia di scrivere qui, ma poi per un motivo o per un altro o ho lasciato perdere o quasi... Oggi però volevo parlare di qualcosa di nuovo e diverso, e cioè dei ritardatari (cronici :P), una categoria di persone con cui ultimamente ho avuto molto a che fare :P.Sicuramente alla base di questa abitudine c'è l'educazione: la famiglia, ma in parte anche la scuola e altri ambienti formativi, rappresentano un punto di partenza per spiegare le nostre abitudini. Io fin da piccolo sono sempre stato abituato a vedere il ritardare come qualcosa di sbagliato, forse a volte anche estremizzandolo troppo. Mi ricordo che quando ero piccolo un mio allenatore, stufo perché uno di noi ragazzi (avremo avuto 12 anni) arrivava sempre tardi, fissò la regola che chi fosse arrivato con più di dieci minuti di ritardo all'appuntamento fissato sarebbe rimasto a casa... Una domenica mattina, dopo aver fissato alle dieci, un ragazzo non si presentò entro le dieci e dieci, e puntualmente venne lasciato a casa... Non so se quel ragazzo oggi arrivi puntuale, probabilmente no, ma il messaggio era chiaro :P. Sarà per questo che io odio arrivare in ritardo, e quando mi si prospetta la possibilità che accada divento nervoso, mi dà proprio tanto fastidio! Per questo esagero nel senso opposto, per non rischiare arrivo sempre in anticipo.

Arrivare puntuali è una forma di rispetto, perché aspettare non piace a nessuno, dà fastidio a tutti... Soprattutto se chi fa ritardo non avverte, nel qual caso non solo si è costretti ad aspettare, ma si materializza anche l'incubo di non sapere per quanto :P. e ci sono alcuni ambienti o situazioni in cui la cosa è ancora più fastidiosa: mi viene in mente la pallavolo, quando magari dopo una giornata di università o di lavoro salti la cena e non passi da casa per correre in palestra in tempo e poi vedi la gente che arriva in ritardo e se la prende comoda, e magari non avverte, quando tu ti sei premurato di avvertire che "forse" ritardi, anche se poi ce la fai ad arrivare puntuale... E comunque in genere sapere che si rinuncia al proprio tempo e alle cose che si devono fare per arrivare puntuali e scoprire che altri non lo fanno dà fastidio.

E da non ritardatario mi sono chiesto spesso quali sono i motivi per cui si diventa ritardatari cronici :P. Secondo me i motivi principali sono soprattutto due: il primo è una difficoltà a organizzare il proprio tempo, a valutare bene quanto si impiega a fare ogni cosa che ci siamo prefissati. Il secondo è invece una notevole capacità di distrarsi :P Di farsi attirare da ogni cosa troviamo interessante: se stiamo facendo una cosa basta un nulla per abbandonarla e mettersi a fare un'altra. Se si guarda un sito basta poco per trovarne un altro più interessante... E mentre si fa qualcosa ci si lascia distrarre tanto da non curarsi dell'ora in cui avremmo dovuto iniziare a prepararci, o del fatto che l'ora in cui abbiamo fissato ormai incombe. :P
Mentre andavo in giro su internet mi ha fatto sorridere leggere un passo di uno psicologo (credo :P) che parla proprio dei ritardatari cronici, perché credo che qualcuno ci si riveda :P: "Primo tipo di ritardatari: Difesa antistress - La motivazione che sta alla base di questa tipologia di ritardatari è che fare le cose in fretta stressa, dovere avere degli appuntamenti rigidi fa andare fuori di testa ecc." (inutile dire che lo psicologo dice che questa è solo una scusa, ma questa è un'altra storia :P); mi è venuto da sorridere perché mi sembra di averle già sentite da qualche parte queste parole :D. Un'altra cosa forse più interessante è una frase che ha scritto un utente di un forum su internet (non so chi tu sia, ma grazie :P): "Secondo me il fatto di essere ritardatari o "anticipari" (non esiste ma rende bene l'idea), dipende anche dal fatto di come si vuole vivere la vita: I ritardatari la prendono come viene, aspettano che arrivi il loro turno per fare una specifica esperienza. Gli anticipari invece voglio viverla subito, anzi vorrebbero averla vissuta ieri, bruciare le tappe, sempre di corsa, a caccia della vita.
Secondo me il giusto sta nella via di mezzo...si vive meglio!!! Purtroppo non è facile voler controllare questo proprio modo di essere!
".
Di sicuro un fondo di verità c'è, anzi, forse più di un fondo :D. Altri psicologi dicono che alla base del comportamento di chi arriva sempre in anticipo c'è anche l'ansia, il bisogno di avere tutto sotto controllo, e che alla base del ritardo ci sono altre motivazioni: "Il ritardatario cronico sente la puntualità, cioè l'essere in un certo posto ad una certa ora, come un obbligo e una limitazione alla sua libertà. In alcuni casi il ritardatario cronico ha avuto dei genitori che lo controllavano parecchio, e, una volta cresciuto, per reazione, non vuole avere vincoli." E inoltre dice che spesso il ritardo è collegato alla procrastinazione degli impegni: spesso le persone che arrivano sempre in ritardo sono quelle che tendono a rimandare impegni e cose da fare... :P
Non so quanto di vero ci sia in tutte queste cose, probabilmente un fondo di verità c'è in tutte, poi dipende da persona a persona, non si può generalizzare... Ma forse vi verrà da sorridere se vi rivedete nella descrizione dei ritardatari o degli anticipatari, o se vi rivedete persone a voi care. ^_^

martedì, marzo 06, 2007

Trust & Jealousy

Non dipendere dagli altri, ma conta invece su te stesso. La vera felicità nasce dalla fiducia in se stessi


Ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla


La gelosia non è mancanza di fiducia...ma solo paura di perdere la persona che ami!


V'è una gelosia villana che è un diffidare della persona amata; v'è una gelosia delicata che consiste nel diffidare di sé


Spesso, la gelosia non è che un presentimento.


Nella gelosia c'è più amor proprio che amore


Amare vuol dire avere fiducia in chi agisce in modo tale da essere obiettivamente assurdo amarlo...



Circa un anno e mezzo fa una ragazza che mi piaceva una sera mi scrisse che la gelosia era dettata dal non fidarsi di una persona. Parlavamo di una relazione a distanza, con uno dei due partner che era geloso perché l'altro usciva con un po' di amici dell'altro sesso, e lei mi disse che il fatto di essere geloso implicava che non si fidava del partner, e sostenne per tutta la sera quella tesi... Mi chiedo se oggi la pensi allo stesso modo. :P
Ho cercato e riportato un po' di frasi che parlano dell'argomento: con alcune sono in disaccordo, in altre mi ci ritrovo, altre ancora son lì solo perché son frasi carine. :P
L'argomento infatti è di per se molto complesso... Io non credo che gelosia e fiducia siano necessariamente legate, sebbene un fondo di verità ci sia.
Credo che la fiducia debba esserci alla base di ogni rapporto, perché se non ci si fida non si può costruire una relazione del tutto sana, e questo non vale solo per i rapporti a distanza (dove i motivi sono ovvi :P). Io credo di essere una persona che per carattere è portata a fidarsi di chi lo circonda; questo non è necessariamente un bene, in realtà... Ogni giorno abbiamo davanti coppie che tradiscono, persone che frequentano due o tre partner contemporanemente, persone che si concedono qualche scappatella senza dargli peso, come se fosse una cosa normale e ovvia. Addirittura si sentono persone che dicono che la monogamia non è propria dell'essere umano, ma solo della società, e quindi dev'essere rifiutata a priori. E quindi bisogna stare attenti a scegliere le persone di cui fidarsi, perché una delusione da parte di una persona di cui ci si fida davvero, completamente, lascia una ferita che non si rimargina facilmente. Ma allo stesso tempo la fiducia è la base su cui costruire un rapporto. E' difficile da ottenere, va meritata, e quando lo si è fatto va coltivata giorno per giorno, perché è difficile mantenerla, ma basta un niente per distruggerla.
E quindi vale davvero la pena di fidarsi completamente? O è invece vero il detto "Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio"? Vale la pena fare tutta questa fatica per instaurare un rapporto di fiducia? La mi a risposta è si! Perchè quando incontri una persona che la tua fiducia la merita, giorno per giorno, devi essere pronto a concedergliela. Perché è l'unico modo per stare veramente bene insieme a quella persona, e perché sentire di avere accanto qualcuno di cui ci si possa veramente fidare è una sensazione bellissima e rassicurante.
Tornando alla gelosia, alla base di questa probabilmente c'è una mancanza di fiducia. Mancanza di fiducia non solo nell'altro, ma anche in se stessi. Molti gelosi dicono che la gelosia in un rapporto ci deve essere, perché altrimenti vuol dire che non c'è interesse... In minima parte hanno ragione, nel senso che se vedi il tuo partner che bacia un altro e non te ne frega nulla ovviamente c'è qualcosina che non va :P. Per quanto mi riguarda un po' di gelosia ci può essere, ma non deve mai sfociare in possessività, in voglia di controllare l'altro, in mancanza di fiducia. Se questo avviene vuol dire che si è passato il segno, che c'è qalcosa che non va. Personalmente sono una persona abbastanza gelosa, anche se non troppo. Non scenderò più nei dettagli su cosa mi fa ingelosire perché non voglio che qualcuno li possa sfruttare a suo favore. :P

mercoledì, febbraio 14, 2007

San Valentino...

..un anno dopo! :P

E' passato un anno dalla serata festeggiata il 14 febbraio 2006! Se ci penso mi sembra troppo, il tempo è davvero volato.
Ricordo sempre con piacere quella serata, fu davvero magica... Ricordo la fatica per ottenere un si a quell'invito, fatto forse con un po' troppo anticipo, prima che le cose si mettessero come poi sono finite, ricordo il posto dove parcheggiammo la macchina, la passeggiata verso il ristorante, il tavolo, e il modo in cui lei era vestita. E come per tutta la cena non abbia fatto altro che sorridere felice (oltre che mangiare :P). E poi il dopocena al pub, i baci, le carezze, l'eccitazione, le lingue intrecciate e i corpi stretti l'uno all'altro, senza mai staccarsi. Quella serata resterà per sempre nella mia mente, magica.

Oggi ho rivissuto alcuni di quei momenti... Ovviamente è stato diverso, per forza di cose... Però è stato bello, i ricordi si sovrapponevano agli eventi della serata, la cena rilassata e allegra, nonostante la mia piccola non si sentisse bene, poverina. ^^

Mi piace San Valentino, sono molto legato a quel 14 febbraio dello scorso anno... E' sempre stata una festa che mi piaceva. Su S Valentino se ne sentono dire parecchie: che è una festa esclusivamente commerciale, che ci si deve amare sempre e non solo per un giorno, che non ha senso. Non lo credo! tutte le feste sono commerciali, è normale che come le altre venga sfruttato per vendere cioccolatini, rose e cuoricini vari, ma è un momento in più, un'occasione particolare per festeggiare con la persona che si ama! E non ha senso dire che se due persone si amano non hanno bisogno di una festa per festeggiarlo! E' ovvio che l'amore ci debba essere sempre, ma è come dire che non ha senso fare i regali a Natale alle persone a cui vogliamo bene perché gli dobbiamo voler bene tutto l'anno, o che dal momento che ogni giorno è importante non ha senso festeggiare il capodanno :P. E' ovvio che l'amore non è s valentino, ma è un'occasione romantica per festeggiare.

Questo S Valentino però è stato anche momento per una riflessione un po' triste: non ne posso più di essere come sono diventato!!! Oggi è stata una giornata emblematica! Ero tranquillo, allegro, stavo pensando a come sarebbe stata la serata, ed è bastata una piccola banalità, un minuscolo contrattempo per mettermi di cattivo umore, per rendermi triste.
Sono sempre stato uno che quando c'è stato un litigio non l'ha mai presa bene, ma qui non si parla di litigi, si parla di cavolate. E a volte forse non c'è nemmeno bisogno di quelle... Non so perché! Forse non sono sereno, forse anche quando son tranquillo non lo sono veramente, non lo so! So solo che non ne posso più di essere così!!

Detto questo, spero che abbiate passato un buon San Valentino! Spero che lo abbiate diviso con le persone per voi importanti, perché è questo quello che conta davvero! Mai dare per scontate le persone che ci stanno intorno... Quindi buon s valentino a chi lo ha passato con la propria dolce metà, ha chi trovandosi nell'occhio del ciclone e non sapendo da quale vento essere travolto ha preferito andare a giocare, a chi ha scelto di andare a giocare per festeggiare in seconda serata, a chi finge di lasciare i regali in macchina e poi corre ai gigli per non essere linciato e comprare qualcosa (:P), a tutti!

E soprattutto alla mia piccola febbricitante! ^_^

BUON S. VALENTINO!!

lunedì, febbraio 05, 2007

Just a Perfect Day

Spesso si dice che l'attesa per qualcosa è migliore dell'attimo stesso in cui la si ottiene, che non conta la meta, ma il cammino che percorri cercando di raggiungerla. Ci sono persone che vogliono sempre quello che non possono avere, e qualora raggiungano i loro obiettivi si ritrovano insoddisfatte e incapaci di goderseli.
In parte questo è vero: pensate al Natale... E' un momento magico, milioni di persone che si affaccendano in cerca di regali... Pensate a quanto è bella la sensazione di aver comprato un bel regalo e il pensare a quando la persona a noi cara lo scarterà, l'aria di festa che circonda tutti, l'atmosfera natalizia. Eppure quando il giorno di Natale arriva ce lo godiamo, ma già con la sensazione che stia passando...
E' questo il brutto dei momenti magici, attesi... Che sono momenti! :P Sembra un controsenso ma è così! Sono momenti, attimi, e spesso non è facile goderseli fino in fondo. L'attesa ti fa pregustare quell'unico momento, quell'istante, è un piacere forse meno intenso ma più duraturo, e per questo si dice sia migliore. A volte ti rendi conto di quanto magici siano stati certi momenti solo dopo averli vissuti, ripensandoci. E allora vorresti poterli rivivere, vorresti provare di nuovo le sensazioni che hai provato, le emozioni, o solo avere avuto una telecamera puntata addosso (vero piccola :) )e poterti rivedere, vedere come ti sei comportato, i piccoli gesti, i discorsi, tutto!
Ma questo non è sempre vero... Ci sono anche altri attimi, momenti intensi ma duraturi, in cui non solo ti godi l'istante ma in cui ti rendi subito conto di quello che è stato, di quello che è in quel preciso momento! Credo che i momenti come questi siano rarissimi. Se ne possono avere pochissimi in tutta la vita, o addirittura nessuno!! E se si ha la fortuna di viverli bisogna apprezzarli per quello che sono, momenti perfetti, giorni perfetti!
Ho dovuto andare fino a Verona con la ragazza che amo per avere il mio momento perfetto!
E ogni volta che ci ripenso mi pervade una dolce malinconia, per usare le parole di un poeta studiato al liceo... Perché la consapevolezza che quel momento è passato ti riempie di gioia, ma l'idea di non poterlo mai più rivivere è un po' triste...
Ma è così che sono i momenti perfetti, irripetibili! Per forza di cose... Anche se a volte è un po' duro da accettare...

lunedì, gennaio 22, 2007

Lucky man

Questo blog offre spesso spunti per riflessioni tristi e un po' malinconiche.. Spesso si sente dire che molte delle opere migliori, in letteratura come in altre arti, nascano quando l'artista attraversa un momento difficile. In realtà credo che una persona riesca a esprimersi al meglio quando ha bisogno di essere ascoltata, non importa quale stato d'animo accompagni questo bisogno.
Oggi però voglio invece parlare di quanto io mi consideri fortunato ad aver incontrato una persona speciale nella mia vita. Questo non vuol dire che quella persona sia perfetta, certo, ogni tanto ha e sue stranezze :P ma la reputo davvero una ragazza unica, e glielo voglio dire.
Sono moltissime le caratteristiche che ho sempre apprezzato in lei, già quando ancora non la conoscevo più di tanto... E' sempre stata una persona intelligente, una persona interessata più alla sostanza delle cose che al loro aspetto (più o meno :P Forse qualcuno che la conosce potrebbe essere in disaccordo con questa frase, ma alla fine vi garantisco che è vero :P), una persona sempre pronta a esprimere la sua opinione... Una ragazza sincera, completamente! E non ce ne sono tante di persone che lo sono davvero, sono rare! E' una persona sempre pronta a sognare, e le basta un pensiero dolce per essere felice... e quando vuole qualcosa davvero ad impegnarsi per ottenerla... E' testarda e orgogliosa, probabilmente troppo :P. Ma questo non è necessariamente un male... Sa farsi rispettare, e se c'è qualcosa che non le torna diventa una belva, non la fa mai passare liscia :P Però è pronta ad ascoltare le ragioni altrui, e anche se sembra che sul momento non ti senta nemmeno poi ci ripensa. E sa chiedere scusa. Sembra banale ma è una qualità che pochissime persone hanno... Se pensa di aver ragione continuerà a ripetertelo per sempre :P, ma se si rende conto di aver sbagliato è pronta ad ammetterlo, a chiedere scusa, a provare a cambiare.
E poi non ci si annoia mai con lei: sa essere dolce e tenera, sa essere sexy e eccitante, sa essere dura, ed è estrema in tutto: quando è dolce lo è sul serio, quando è sexy pure, quando è incazzata anche. E' lunatica, e spesso è difficile da seguire :P. Mi capita di non capirla, o anche se la capisco di non riuscire a spiegarmi comunque qualcosa, e credo che per me resterà sempre un mistero. E' insicura, per molte cose, ma in fondo credo che sappia quanto vale. Lo spero.
Ed è un'amica fidata, una su cui puoi sempre contare, per tutto. Conosco poche persone che ti stanno vicine come fa lei. E lo fa nel modo più giusto, cercando di capire cosa è meglio per l'altro, cercando di aiutarlo in tutti i modi, dicendo sempre quello che pensa. Non so se è sempre la cosa migliore da fare, ma probabilmente è quella che farebbe un vero amico.
Ha una capacità che le invidio molto, di farsi passare sopra le cose con facilità... E' vero che è estrema in tutte le reazioni, ma quando si arrabbia lo fa solo momentaneamente, le passa presto. E così se ha un momento di tristezza, le basta poco per tornare quella di tutti i giorni.
Ha classe! Già gliel'ho detto un'altra volta, e lo ripeto, perché è vero..
E poi è una persona profonda, e capace di farmi stare bene e di farmi stare male, capace di farmi ridere e essere felice e capace di farmi piangere e venir voglia di iniziare a bere e di non smettere più. :P Quante persone ci sono in grado di fare quest'effetto? io ne conosco una sola! E forse sono particolarmente ispirato perché avevo voglia di comunicarglielo :)

domenica, gennaio 21, 2007

Ragione o Sentimento

Credo sia capitato a tutti di passare qualche momento in cui si è particolarmente nervosi, incazzati, tristi, depressi, e in cui si senta l'esigenza di potersi sfogare, di mettersi a scrivere e buttare tutti i propri pensieri a ruota libera, su una pagina bianca. Non è forse questo uno dei motivi per cui si tiene un blog? Confidare a tutto il mondo quello che sentiamo, confidandoci quindi con noi stessi.

E allo stesso modo succede che in quel particolare momento non si possa scrivere, o che invece si reagisca in modo diverso e che l'idea di scrivere non ci passi per la mente... E magari ci si ritrova la sera a ripensare agli avvenimenti della giornata, e decidiamo di scriverne. Però non è la stessa cosa, anzi! Il prodotto delle nostre elucubrazioni e dei nostri sforzi è completamente diverso.

A me capita spessissimo di aver voglia di scrivere qualcosa, ma per un motivo o per un altro non lo faccio, e mi capita anche di tornare a pensarci la sera, e quando non sono le sei del mattino e riesco a vincere la fatica di buttare giù i pensieri. Pensieri ragionati, pensieri che affiorano alla luce non di un solo momento, ma di tutto quello che è successo dopo, alla luce di una riflessione e di una mediazione, quasi una forma di auto-censura. Ma siamo sicuri che sia il modo corretto di procedere?

Scrivere le cose di getto ha un effetto completamente diverso: discorsi magari un po' contorti, pensieri che si accavallano l'uno sull'altro, magari in alcuni casi senza un vero filo logico. Forse a volte quello che scriviamo di getto non lo pensiamo veramente... Oppure non è così? Siamo sicuri che quello che si scrive in un impeto di rabbia, frustrazione, o comunque mossi da un sentimento forte e dirompente, non sia invece quello che pensiamo realmente, quella parte di noi che viene fuori e che invece, quando diamo ascolto alla ragione, finiamo per frenare e inibire? Non è facile capirlo.. Magari dipende da persona a persona, o da momento a momento.. Magari si scrive di getto e poi non ci si riconosce in quello che abbiamo scritto, o magari abbiamo paura a riconoscerci... Probabilmente riflessione ragionata e scrittura di getto sono due forme di espressione che in modi diversi ci caratterizzano, che ci descrivono. A volte dobbiamo abbandonarci all'impulso, al sentimento, e scrivere di getto, e magari quello che ne verrà fuori sarà una delle mail più belle e vere che abbiate mai scritto, parlo per esperienza personale. Altre volte dovremo invece frenarci, e fermarsi a riflettere: la ragione ci suggerirà il giusto modo di descrivere quello che pensiamo, senza lasciarsi influenzare da sentimenti passeggeri.

sabato, gennaio 20, 2007

Acque Agitate

Sono stato più di mezz'ora a rigirarmi tra le coperte, ho un sacco sonno e pure non mi riesce dormire, sono un po' malinconico. La cosa strana è che non c'è qualcosa che non va, è solo una sensazione, come mi succede a volte... Oggi è stata una giornata un po' strana. Quando mi son svegliato ero di buonumore, poi sono stato un po' giù, poi di nuovo felice. Poi sono stato di nuovo un po' depresso... E' da un po' di tempo che basta poco a mettermi di cattivo umore, a buttarmi giù...
E anche la sera, sono stato bene ma a momenti alternati, ci sono stati momenti in cui ero su di morale, e momenti in cui ero un po' più triste.
E poi, prima di andare a letto, ero di nuovo allegro e felice, per poi ritrovarmi qui a rigirarmi nel letto senza riuscire a dormire.. Boh, son strano.. Non so nemmeno cosa scrivere, avevo voglia di farlo ma non mi viene nemmeno niente da dire. Buonanotte a tutti, torno a nanna :P

lunedì, gennaio 15, 2007

touching 2.0

Ci sono poche cose erotiche come un massaggio con olio profumato ^_^

touching ourselves!

Apre la porta e te la trovi davanti, in pigiama. La guardi mentre ti sorride, ed è bellissima! Ti basta vedere i suoi occhi sorridenti per impazzire. La saluti e ti avvicini, e lei si ritrare per lasciarti entrare, e chiude subito la porta per paura che la gatta possa scappare in strada :P. Appena dentro la guardi ancora e la abbracci forte, senti il calore del suo corpo sul tuo, e il profumo dei suoi capelli e della sua pelle che ti entra nelle narici e ti inebria, ti fa volare! Ti stacchi e ti perdi nei suoi occhi marroni, profondi e intelligenti, e innamorati. Ti avvicini e la baci dolcemente, con lei che socchiude gli occhi. E' un bacio profondo, calmo, tranquillizzante! Poi le tue mani le accarezzano la schiena e i capelli, poi il collo, e il bacio si fa via via più intenso e sensuale, e senti la sua mano che scende ad accarezzarti, mentre le tue salgono a sfiorare il collo per poi scendere sui seni. Pochi istanti, e poi sei sotto la maglia del pigiama, a sentire il caldo della pancina e dei seni, che accarezzi con foga, e la senti respirare un po' più intensamente. Ti chini a baciarle il collo, gli orecchi, le guance, poi ancora sulle labbra, e ti perdi ancora in quegli occhi..

Quello che succede dopo è solo mio e tuo!

sabato, gennaio 13, 2007

friendship

Già un po' di tempo fa, in questo blog, ho parlato di come sia difficile consolare gli amici nei momenti di difficoltà, e di come a volte l'importante sia fare capire loro che ci siamo se hanno bisogno di noi.
Il discorso che voglio fare oggi è un po' diverso... Capita, a volte, di rendersi conto, per un motivo o per un altro, che un amico sta facendo qualcosa che noi riteniamo sbagliato, che a nostro giudizio non dovrebbe fare. Anche in questo caso non è sempre facile capire come si dovrebbe comportarsi. Questo soprattutto se l'amico è invece convinto che quello che sta facendo è giusto, che non ci sia nulla di male.
Fino a che punto dobbiamo impegnarci per fare in modo che una cosa non venga fatta se noi la riteniamo sbagliata? Fino a che punto dobbiamo impegnarci per impedire all'amico di sbagliare, se reputiamo che magari lui risulti troppo coinvolto in una situazione da non essere in grado di analizzarla con lucidità? Non è facile capirlo...
Da una parte c'è l'impulso di fare tutto il possibile per impedirgli di sbagliare, c'è quasi un impulso di protezione. Dall'altra, al contrario, c'è l'idea che ognuno si debba comportare come credere e vivere la sua vita, e che il compito di un amico è quello di consigliare, magari di far ragionare su qualcosa, ma nulla di più. Non è facile combattere tra questi due impulsi, capire dove sta il limite.
Alla fine il discorso è simile a quello che è costretto a fare un genitore, anche se in misura minore. Quanto è giusto imporre ai figli una scelta che secondo noi è quella giusta anche se loro la pensano diversamente? Quando è giusto, per il loro bene, imporre qualcosa? E quando invece si devono lasciare i figli liberi di commettere i propri errori, di agire di testa loro, di fare quello che sentono al momento?
E questo andrebbe fatto con gli amici: a volte bisogna fare tutto quello che possiamo per impedire loro di fare uno sbaglio, mentre altre volte è giusto consigliarli, ma lasciare che si comportino e agiscano come vogliono, anche se ci sembra che stiano sbagliando, stando sempre pronti non a giudicare un eventuale errore, ma a conosolare e a fornire il nostro appoggio.

sabato, gennaio 06, 2007

Lei

Quanto è bello vederla sorridere e sentire il suono della sua risata..

Relation and Dispute

Non è la prima volta che mi capita di fermarmi a pensare a quanto possano essere strane e diverse tra loro le relazioni tra due persone. E non parlo solo di relazioni di coppia, ma anche di relazioni interpersonali generiche, come quelle tra due amici, tra fratelli, tra genitori e figli. Quando sei più piccolo le esperienze che hai vissuto diventano un po' la normalità delle relazioni. Le relazioni che vivi con fratelli e sorelle ti sembrano le relazioni normali che ci dovrebbero essere tra consanguinei, così come i rapporti che hai con gli amici ti sembrano la normalità. Crescendo ci si rende conto di come questa normalità sia però solo un'utopia. Ogni relazione è diversa dalle altre. Ogni rapporto è diverso. E il rendersene conto non vuol dire riuscire a capire :P. A volte capita di rimanere sorpresi e stupiti da come altre persone gestiscono i loro rapporti interpersonali, che siano relazioni di coppia o altro. Capita di pensare che noi agiremmo o ci comporteremmo in modo diverso. Ma è sbagliato giudicare, perché dall'esterno le cose appaiono diverse. Nelle mie relazioni sono sempre stato uno abbastanza tranquillo, che non si arrabbiava, che si adattava molto. Sono sempre stato uno che parlava poco, il che può non essere un bene e può non essere un male, a seconda delle circostanze :P. E le mie relazioni sono spesso state tranquille, senza troppi scossoni.
Negli ultimi mesi però sono venuto in contatto con persone molto diverse da me, abituate a gestire le cose in modo diametralmente opposto al mio. Non migliore, non peggiore, diverso. Ho assistito a litigi fra sorelle in cui sono volate parole pesanti, accompagnate da urla, offese e pianti... Ci mancava poco che iniziavano a volare i piatti :P E a volte questi litigi scaturivano da cause abbastanza futili, da piccole discussioni, che magari iniziavano come scherzo o quasi. E dopo un litigio di queste proporzioni viene da pensare che non ci si parlerà per mesi, che ci si continuerà a becchettare per anni, che le cose non si rimetteranno mai a posto. E invece no :P. Così com'è iniziato in breve tempo, per motivi futili, così come l'atmosfera si è accesa e infervorata, si ha un rilassamento, e capita dopo un'ora o anche meno di vederle discutere e scherzare tranquillamente. Credo che dopo un litigio così starei giorni e giorni a pensarci, a tormentarmi, un po' depresso e incazzato, e invece accade tutto l'opposto, salvo poi riniziare quando se ne presenta l'occasione. Mi sembra quasi che a volte l'occasione si crei con un pretesto, criticando qualcosa o qualcuno tanto per litigare... :P E' un modo di gestire le cose molto stressante, fa invecchiare prima :P Però è un modo come un altro, diametralmente diverso dal mio, ma come dicevo non peggiore né migliore. Certo è un modo che molto spesso faccio fatica a capire, non ci sono proprio abituato :P.

E quando i due modi di gestire le cose si scontrano, cosa succede? :P Qualche momento di difficoltà c'è, parlo per esperienza personale, ma alla fine si scende a compromessi. :P

venerdì, gennaio 05, 2007

5 Gennaio

Come ho già scritto il 2006 è stato pieno di momenti da ricordare, e il 5 gennaio è uno di questi... Non è di per sé una data "nobile", di quelle che si studiano a scuola o commemorate da moltissime persone, ma lo scorso 5 gennaio è stato un giorno speciale.
Era freddissimo. Ci ritrovammo a sesto, con lei che aveva detto che sarebbe stata in biblioteca, anche se poi confessò di non esserci andata :P Aveva uno zainetto stracolmo di roba, e io ero ad aspettarla davanti alla coop con due calendari di Gilmore girls in mano. ^_^
E poi ricordo i saluti, i giri interminabili passando 20 volte dalle stesse strade, a parlare del liceo, della famiglia, dell'Alice che iniziava finalmente a lavorare, e che probabilmente avrebbe stressato ancora di più per il computer la sera... La tappa obbligata in libreria, a cercare "Memorie di una Geisha", a guardare distratti i libri senza in realtà essere concentrati su nulla, girando lo sguardo qua e là, un po' a disagio. E poi riuscire e andare nella piazzeta, al freddo, dove si congelava. Mostrarle le foto di capodanno con lei che le scorre velocemente, e solo dopo averne viste un bel po' ci rendiamo conto che le aveva viste tutte sfocate perché la mia digitale ci mette un secondo prima di metterle a fuoco.. E poi la tappa al bar, ancora infreddoliti e impacciati, per una cioccolata calda anche se dopo ho optato per una spuma, e lei che doveva andare in bagno ma poi le faceva fatica :P Poi il viaggio di ritorno, in macchina insieme, in mezzo a un traffico infernale.. Dicevamo solo qualche parola, immersi ognuno nei suoi pensieri, e cambiavo ogni canzone del cd che avevo perché a lei non piacevano (le criticava tutte :P). E poi a casa sua, vedi dove abita, e la saluti un po' frettolosamente e ti rendi conto che quella ragazza ti piace da impazzire. E per tutto il viaggio di ritorno pensi che hai voglia di sentirla, e pregusti la serata a parlare su msn... Bello il 5 gennaio!

giovedì, gennaio 04, 2007

Reassurance, Model, Suggestion

Si dice spesso che le persone importanti le vedi nel momento del bisogno. Nel momento del bisogno vedi gli amici pronti ad aiutarti, o anche solo ad ascoltarti, le persone che sono in grado di farti riflettere, sfogare, calmare.
E' strano, a volte forse nemmeno ci accorgiamo di quali sono queste persone e di quanto importanti siano per noi. Ce ne rendiamo conto, appunto, nel momento del bisogno. Ci pensavo qualche giorno fa... Ci sono persone capaci, con una sola parola, di farci vedere quello che da soli non riusciamo a vedere, di tranquillizzarci se abbiamo paura, o siamo preoccupati, o di calmarci se siamo arrabbiati o nervosi, aiutandoci a farci vedere le cose sotto un'altra prospettiva.
E spesso non conta quello che ci dicono, né a volte il modo in cui lo dicono... Spesso la stessa cosa, detta da un'altra persona, non ha lo stesso effetto. Perché sono persone che in qualche modo stimiamo, che, forse inconsciamente, abbiamo preso a modello, a cui poi, col tempo, finiamo in qualche modo per assomigliare, più di quanto a volte si creda, almeno per certi aspetti.
E non è detto che con queste persone ci troviamo sempre bene, o andiamo sempre d'accordo... Magari sono persone con cui spesso litighiamo, che a volte ci fanno arrabbiare tantissimo, che ci stressano, che critichiamo aspramente. Ma alla fine, nel momento del bisogno, loro ci sono sempre, e basta una loro parola per risollevarci il morale.
Ovviamente quando ami qualcuno vorresti essere tu questa persona... Vorresti essere quella persona che rappresenta sempre un punto di riferimento, la persona in grado di aiutare in ogni situazione, di tranquillizzare la tua metà quando è preoccupata, di incoraggiarla quando ne ha bisogno. Ma questo non è sempre possibile. E allora devi essere felice che la persona che ami sia circondata da persone di questo tipo, in grado di aiutarla, di farla sentire meglio.
E questo post lo scrivo, oltre che come riflessione a se stante, per ringraziare una di queste persone, una persona che a volte è insopportabile ( :P ) ma che ha dimostrato di essere una persona che nel momento del bisogno è disponibile ad aiutarti.

Welcome to 2007!!

Ultimamente questo blog è poco aggiornato... E' strano, di cose da scrivere ne avrei sempre moltissime, ma quando mi vengono in mente o non sono a casa o sono troppo stanco per mettermi qui al pc (sapete, mi ammazzo di lavoro ultimamente :P ) e quindi restano inespresse e non scritte. Sarà che sono un po' particolare, che l'ispirazione la ho solo la sera tardi, devo essere al mio fedele portatile per scrivere qualcosa di decente.. :P
Fatta questa doverosa premessa eccomi qui, come tutti, a fare i conti con il nuovo anno... Si dice che la fine dell'anno sia, un po' per tutti, un momento per fare il bilancio della propria vita, dell'anno appena trascorso, di quello che ci ha portato e di quello che ci aspettiamo dal nuovo anno. E' quasi una tradizione, per molti, scrivere la lista di buoni propositi che li accompagneranno nell'anno venturo, e leggere sconsolati la lista delle cose che avrebbero dovuto o voluto fare nell'anno appena finito, e che per un motivo o per un altro non sono riusciti a realizzare. E spesso, almeno nella maggior parte dei casi, ci si lamenta dell'anno appena finito, augurandoci che il prossimo vada meglio.
A dire il vero per me non è mai stato così... Non mi è mai piaciuto mettermi alla fine dell'anno a fare bilanci, ad analizzare l'anno trascorso, a pensare a quello che avrei voluto in futuro... E' una cosa che preferisco fare giorno per giorno, non ho bisogno di una data che mi obblighi a fare i conti con me stesso e con i miei doveri :P.
Quet'anno però voglio fare un'eccezione, non tanto per i propositi per l'anno nuovo, quanto per l'anno appena trascorso, il 2006 che ormai rimane solo nei nostri ricordi. Perché quest'anno è stato davvero particolare, unico. Questo non significa che non ce ne potranno essere altri belli allo stesso modo, ma saranno comunque diversi, perché ogni momento della vita è unico, non ritorna, e ci sono dei momenti in particolare che ti segnano per sempre, che ricordi per sempre, che in qualche modo rimarranno sempre dentro di te.
Viene automatico fare il raffronto con l'anno precedente, il 2005. E la cosa più curiosa e strana è pensare proprio alla fine dello scorso anno... Perché se vogliamo è stata la degna anteprima di questo 2006, già le premesse c'erano tutte. Mi ricordo con un po' di nostalgia gli ultimi giorni dello scorso anno, i messaggi, il viaggio a Monaco, il ritorno e i racconti. E poi il 5 Gennaio, il freddo e le foto, e la cioccolata calda che poi è stata una spuma, e il cambiare canzone continuamente fino a trovarne una adatta...
Se penso all'anno appena trascorso mi rendo conto di quanto questo sia stato davvero intenso, pieno, vivo. Spesso mi era capitato di pensare, in certi periodi, che i giorni si succedessero sempre tutti uguali, che ci fosse una routine che li facesse assomgliare tutti, e che l'anno volava senza che me ne accorgessi.
Questo 2006 è volato, ma è stato completamente diverso... Se penso a tutto quello che è successo mi sembra impossibile che sia passato così poco tempo. Mi sembra impossibile pensare a firenze, al 6 febbraio... All'11 Febbraio! Poi a san valentino, alle uscite, alle chiacchierate infinite su msn... Pensare a Pasqua e a Pasquetta, alle litigate, a Verona. Momenti che rimarranno sempre scolpiti nella mente e nel cuore, attimo per attimo, minuto per minuto, respiro per respiro. Momenti condivisi con una persona speciale, che già il 2005 mi aveva introdotto ma che solo il 2006 mi ha regalato in tutto il suo splendore! E poi ancora altri viaggi, alberghi, litigi, riappacificazioni, regali, abbracci, pianti, risate, sesso, abbracci, tenerezza, eccitazione, voglia, amore!
E il 2006 è stato un anno di cambiamento, uno di quei momenti in cui ti rendi conto che sei a una svolta della tua vita. Oltre alla persona di cui ho parlato finora che ha stravolto completamente la mia vita, ho finito l'università! Ho iniziato a dover fare i conti con l'idea che dovrò lavorare, i primi colloqui arrivati prima del previsto, vestirsi in giacca e cravatta e scoprire che anche se non ti senti a tuo agio sotto sotto non ti dispiace e ti ci potresti abituare.
E queste sono le cose che renderanno unico quest'anno... Perché alla fine conta quello che sei diventato, quello che hai ottenuto, e le persone che hai incontrato e con cui vuoi condividere te stesso e la tua vita, che siano amici o il mio bellissimo amore, persone che "scegli per farsela un po' in compagnia", per usare una frase di una bellissima canzone di Ligabue, anche se un po' triste.

E quindi saluto questo 2006 con un po' di nostalgia, perché è stato un anno davvero bello, ma con l'intenzione di vivere un 2007 comunque bellissimo, anche se in modo diverso ^_^

Auguri a tutti!