Già un po' di tempo fa, in questo blog, ho parlato di come sia difficile consolare gli amici nei momenti di difficoltà, e di come a volte l'importante sia fare capire loro che ci siamo se hanno bisogno di noi.
Il discorso che voglio fare oggi è un po' diverso... Capita, a volte, di rendersi conto, per un motivo o per un altro, che un amico sta facendo qualcosa che noi riteniamo sbagliato, che a nostro giudizio non dovrebbe fare. Anche in questo caso non è sempre facile capire come si dovrebbe comportarsi. Questo soprattutto se l'amico è invece convinto che quello che sta facendo è giusto, che non ci sia nulla di male.
Fino a che punto dobbiamo impegnarci per fare in modo che una cosa non venga fatta se noi la riteniamo sbagliata? Fino a che punto dobbiamo impegnarci per impedire all'amico di sbagliare, se reputiamo che magari lui risulti troppo coinvolto in una situazione da non essere in grado di analizzarla con lucidità? Non è facile capirlo...
Da una parte c'è l'impulso di fare tutto il possibile per impedirgli di sbagliare, c'è quasi un impulso di protezione. Dall'altra, al contrario, c'è l'idea che ognuno si debba comportare come credere e vivere la sua vita, e che il compito di un amico è quello di consigliare, magari di far ragionare su qualcosa, ma nulla di più. Non è facile combattere tra questi due impulsi, capire dove sta il limite.
Alla fine il discorso è simile a quello che è costretto a fare un genitore, anche se in misura minore. Quanto è giusto imporre ai figli una scelta che secondo noi è quella giusta anche se loro la pensano diversamente? Quando è giusto, per il loro bene, imporre qualcosa? E quando invece si devono lasciare i figli liberi di commettere i propri errori, di agire di testa loro, di fare quello che sentono al momento?
E questo andrebbe fatto con gli amici: a volte bisogna fare tutto quello che possiamo per impedire loro di fare uno sbaglio, mentre altre volte è giusto consigliarli, ma lasciare che si comportino e agiscano come vogliono, anche se ci sembra che stiano sbagliando, stando sempre pronti non a giudicare un eventuale errore, ma a conosolare e a fornire il nostro appoggio.
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