Rubo il titolo a un'opera di quello che era uno dei miei scrittori preferiti durante gli anni di liceo, che esprime in maniera superba l'idea che voglio esprimere oggi, idea presente anche nel pensiero dell'autore di Agrigento.
Tutti, chi più chi meno, indossiamo delle maschere... Come esseri umani ci viene naturale adattarsi alle differenti situazioni, alle differenti persone che incontriamo e con cui entriamo in contatto, ai differenti ambienti.
Può capitare che alcune persone conoscano una sola versione di noi, una maschera che si indossa e dietro la quale ci nascondiamo, con la quale ci rapportiamo verso di loro. E come mi diceva qualche giorno fa una persona molto saggia, se queste persone vedessero come ci comportiamo in altre situazioni o con altre persone forse stenterebbero a riconoscerci. La natura umana è complessa e a volte incomprensibile. Le motivazioni per cui ci comportiamo così sono moltissime, spesso non chiare nemmeno a noi stessi... Spesso è una forma di difesa: lo facciamo quando non ci sentiamo a nostro agio, quando abbiamo paura di essere giudicati, quando abbiamo paura che altre persone ci conoscano veramente per come siamo. Ma il discorso è molto più intricato.. Perché messa così sembrerebbe un processo razionale, un processo che ci porta ad attivare una sorta di meccanismo di difesa e che ci fa comportare in un certo modo. Ma non è del tutto vero. Le motivazioni possono essere quelle, ma la cosa non è così chiara: perché noi indossiamo una maschera continuamente, in ogni aspetto della nostra vita o quasi... Perché l'educazione, la cultura, il senso del giusto, il senso di colpa, il senso del pudore, delle regole, del quieto vivere, ogni cosa limita in qualche modo la nostra libertà... Non lo dico in senso negativo, è un fatto inevitabile. L'uomo in quanto tale è portato a essere influenzato dall'ambiente in cui cresce, dal modo in cui viene educato, e cambia e si modifica a seconda di questo. C'è chi dice che per essere veramente se stessi bisognerebbe buttare ogni maschera, ogni costrizione, ogni copertura... Ma è davvero così? Quello che siamo è davvero il recupero di una dimensione istintiva, in cui il comportamento impulsivo ha il sopravvento sulla ragione e sull'intelletto? Mi sembra un'affermazione azzardata... Probabilmente il nostro vero Io è davvero un insieme di maschere, un insieme di comportamenti, un adattarsi a mille situazioni e persone diverse. Forse il comportarsi diversamente con persone diverse, o sul posto di lavoro piuttosto che a casa, è tutto parte di noi. E forse per recuperare quelli che siamo veramente ci vorrebbe ancora una situazione da romanzo: forse per capire chi siamo dovremmo fare come Mattia Pascal, abbandonare tutto e tutti, tutto quello che abbiamo e che siamo diventati, e ripartire con una nuova vita, da zero. Forse solo così ci si renderebbe davvero conto di chi siamo, perché saremmo liberi dalle costrizioni che ci siamo autoimposti. Ma è davvero questo quello che vogliamo?? Non ne sono sicuro... ^_^
"Penso che tutto dipenda da come vogliamo essere visti dagli altri: certi vogliono essere visti come ribelli, certi vogliono essere visti, punto. Certi pongono limiti al bisogno di difendere la propria immagine. Quanto a me, appena ho smesso di preoccuparmi della mia immagine, ho iniziato ad apparire migliore.."
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