sabato, agosto 20, 2011

Fuerteventura, tra spiagge, mare, vento e .. capre!

Dopo poco meno di un’ora di traversata comoda a bordo del Fuerteventura Express partito da Playa Blanca siamo giunti a Corralejo, città che si trova sulla punta nord di Fuerteventura. Siamo andati alla ricerca dell’autonoleggio dove avevamo prenotato su internet, sempre con Cicar, ma dopo un po’ di vane ricerche in cui abbiamo comunque ammirato il bel molo pieno di locali siamo andati al punto informazioni, che ci ha indicato l’autonoleggio. Si trovava in un edificio accanto a dove eravamo sbarcati, ma dalla parte opposta -_-. Dopo il ritorno e una breve attesa siamo montati in macchina e partiti alla volta di Caleta de Fuste.

Dopo pochi chilometri ci siamo trovati a passare attraverso le splendide dune di Corralejo: la strada passa in mezzo a una distesa di sabbia, e mentre a sinistra la spiaggia, portata qui dal Sahara dai forti venti, declina verso il mare, a destra si stagliano delle enormi dune sabbiose. Ci siamo tornati un paio di giorni dopo, e lo spettacolo è incredibile. Si può passeggiare in mezzo al deserto e alle dune, circondati dal nulla, con lo sguardo che a perdita d’occhio vede solo sabbia e qualche piccolo arbusto di tanto in tanto. E tornando, dopo l’ultima duna, appare davanti agli occhi l’azzurro del mare. Davvero uno spettacolo unico.

Dopo 45 minuti di viaggio siamo giunti a Caleta de Fuste, e dopo aver preso contatto con il nostro bungalow (hotel Castillo Playa, prenotato come nostro solito su www.bookings.com) siamo andati a fare un giro e a rifornirci di cibo. Il paese è abbastanza piccolo, anche se presenta due zone commerciali in cui ci sono supermercati molto forniti (il mitico Hiperdino, che ci aveva fatto compagnia anche a Tenerife, e di cui ho riportato due buste per la spesa :P) e un po’ di locali e negozietti di souvenir (almeno uno anche abbastanza caratteristico, con oggetti un po’ particolari…). Nelle vicinanze, a non più i un chilometro, c’è anche un altro centro commerciale e un Mc Donald, oltre a un benzinaio, cosa che non è così frequente a Fuerte. Non che non ce ne siano, ma spesso se ci si muove nell’interno non se ne incontrano per decine di chilometri, e quindi è sempre utile avere una buona riserva di benzina nel serbatoio. Rischiare di rimanere senza carburante e trovarsi appiedati nel mezzo al nulla non è proprio un modo piacevole di trascorrere una vacanza.
La sera siamo andati anche a mangiare una coppa di gelato e a bere un cocktail e una birra. Qui si vede subito il tipo di clientela, visto che per 3 euro davano, in offerta, due birre da 33cl, non male J Se provavi ad ordinarne una ti guardavano strano :P E le facce rubizze degli altri avventori non davano l’idea di aver preso troppo sole. :P


Anche questo bungalow era molto carino, anche se un po’ vecchio come mobilio. La dotazione per la cucina era buona, anche se mancava un vero e proprio congelatore (c’era una ghiacciaia all’interno del frigorifero…); in compenso però c’era il colapasta ^_^. Il posto inoltre ha il grosso vantaggio di avere sempre parcheggio disponibile nei dintorni. In una settimana non abbiamo mai lasciato la macchina a più di 30 metri dall’ingresso (a parte all’arrivo, perché avevamo parcheggiato appena vista un’insegna, che però era sull’entrata dal retro, chiusa da un lucchetto :P).

Dopo aver finito il giro siamo andati sulla spiaggia di el Castillo, a Caleta de Fuste. La spiaggia è frequentata anche da famiglie con bambini, ma non è un granchè. Il bagnasciuga è molto ciottoloso, e il mare non è bello come in altre località. Il vantaggio è che, come detto, è molto tranquilla e non troppo ventosa, e la mattina anche da qui partono due dromedari per eventuali passeggiate sulla spiaggia J.





Il giorno successivo abbiamo fatto rotta verso sud, per fermarci prima a Costa Calma e poi andando verso Morro Jable.
Costa Calma è un insieme di spiagge in cui sono stati costruiti bei complessi e residence di lusso, vicinissimi al mare, circondati anche da qualche negozio e supermercato. Siamo arrivati nel primo pomeriggio, e la spiaggia era bella, anche se stretta (la marea era abbastanza alta) e molto affollata. E soprattutto il vento che c’era non aveva nulla di calmo!!!
La guida diceva che la spiaggia teneva fede al suo nome, e che soprattutto di mattina era poco ventosa, ma dopo quell’esperienza non abbiamo avuto il coraggio di riprovare.


Proseguendo verso sud siamo andati verso il Morro Jable, arrivando alla spiaggia di cui ci siamo proprio innamorati: Jandia Playa!!! Questa spiaggia è immensa e meravigliosa. E’ lunga qualche chilometro, e soprattutto di mattina è abbastanza deserta (come quasi tutte le spiagge di Fuerte e delle Canarie in generale, che iniziano a riempirsi da mezzogiorno). Il vento soffia, ma non è fastidioso come in altre zone. Il mare è meraviglioso, e si fonde in maniera splendida con l’azzurro del cielo e il riflesso dorato della sabbia, rendendo questo posto davvero magico! E l’acqua non è nemmeno troppo fredda!!!
Noi ci siamo fermati con la macchina in corrispondenza del Faro, non distante dallo scheletro della balenottera (un capodoglio lungo 16 metri) che si arenò anni fa, ormai senza vita, sulle spiagge di Costa Calma. Lungo la spiaggia si trovano moltissime attrezzature, da qualche ombrellone fino ai windsurf o ai catamarani noleggiabili. Tra la spiaggia e la strada c’è una zona cespugliosa abitata da una grossa comunità di scoiattoli, oltre che da qualche coniglio e qualche anatra. Inutile dire che io mi sono approvvigionato di noccioline americane da dare agli scoiattoli, in memoria di Londra :P Anche a un’estremità della spiaggia, sugli scogli di pietra lavica e con le tane nella parete rocciosa che costeggia l’estremità della spiaggia, ci sono moltissimi scoiattoli che vengono a mangiare sulla spiaggia, dalle mani dei turisti (mie in particolare :P). Percorrendo la spiaggia fino all’altra estremità, oltre a godere del panorama, si giunge in una zona in cui abbiamo visto un po’ di nudisti :P Era uno dei tratti più belli della spiaggia, però era quasi deserto, e dopo un po’ ci siamo resi conto del perché :P In fondo si arriva poi a una collinetta di sabbia (da cui dei ragazzi si buttavano giù con un piccolo “slittino” di plastica) e d’intorno residence e hotel. Questa è la parte più brutta (e forse più affollata) della spiaggia, con molti ciottoli e mare un po’ meno chiaro.


Siamo tornati in questa spiaggia altre due o tre volte, e un giorno ci siamo spinti fino all'estremo sud, a Punta Jandia. Partendo da Morro Jable inizia una strada sterrata di una ventina di chilometri (19 in realtà :P), piena di tornanti e immersa nel nulla, che porta alla punta estrema della penisola di Jandia. La strada è in buone condizioni per un tratto, in condizioni peggiori nei chilometri più vicini a Morro Jable. Alla fine si arriva a un villaggio di pescatori, Puerto de la Cruz (o "El Puertito", come lo chiamano qui, che nulla ha a che vedere con l'omonima località di Tenerife), un paesino di 20 anime in cui dice si mangi un pesce ottimo (ci sono tre ristoranti), e un chilometro più avanti al Faro di Jandia, in cui è presente anche un piccolo museo sulla penisola, con foto e lo scheletro di un cetaceo. E' presente anche un punto di ristoro, non sempre aperto. Da qui la vista sull'oceano è davvero bella, spazia sull'immensità azzurra del mare e sulle onde che si infrangono sulla scogliera. Passeggiando un po' si notano, verso la punta, una serie di cuori fatti dai turisti con i ciottoli scuri, nei quali sono scritti, sempre con i sassi, dei nomi. Ce ne sono centinaia, davvero curioso.
Nel complesso devo dire che arrivare qui non è agevole, anche se la vista è bella (anche se non di quelle imperdibili :P). Valutate voi se vale la pena andarci :D.


Un giorno siamo tornati a visitare Corralejo. La città è turistica, ma molto animata, e la lunga passeggiata che porta al porto è piena di negozi di souvenir e di vario genere. Al porto il molo è punteggiato di ristorantini caratteristici, in cui si mangia il "pescado" fresco. C'è anche una piccola spiaggia, e nonostante il porto il mare è davvero pulito e invitante. Qui abbiamo trovato gli artisti che scolpivano la sabbia.


Da qui siamo andati nella parte occidentale dell'isola, verso El Cotillo. Un tempo uno dei più importanti porti di Fuerte, oggi rimane poco dei fasti del passato . E' sempre presente una fortificazione, costruita nel 1700, a difesa del porto dai pirati. La Playa del Castillo (omonima di quella, completamente diversa, di Caleta de Fuste) è molto bella, ma frequentata soprattutto da surfisti, visto il forte vento e le frequenti onde alte fino a sei metri. La balneazione è sconsigliata. Ci siamo quindi spinti un po' a nord verso le cosiddette "Caletillas", delle piccole baie separate una dall'altra da colate laviche, in cui la spiaggia è bianca e l'acqua pulita, anche se subito molto profonda, in cui comunque è possibile fare un bel bagno, stando non troppo lontani da riva.


Dopo esserci scottati (principalmente andando a giro per Corralejo -_-) abbiamo deciso, per una giornata, di non prendere il sole, e siamo stati a a Oasis Park, un parco naturale in cui si ritrova la più grande riserva/allevamento di dromedari d'Europa. Il parco è una copia, più piccola, del "Loro Parque" di Tenerife, e offre, oltre alle visite agli animali, spettacoli di vario tipo: rettili (si possono accarezzare serpenti e piccoli coccodrilli, che però sono tenuti in condizioni pessime per tutta la durata degli spettacoli, poverini), leoni marini, pappagalli e uccelli rapaci (che purtroppo non abbiamo visto). Altra particolarità del parco è quella di avere un po' di animali che circolano liberamente nel percorso fatto dai visitatori, come qualche lemure e un bel po' di uccelli. Nel complesso i 24 euro dell'ingresso sono spesi bene, essendo eventualmente incluso anche il trasferimento in bus dalle principali città. Se andate in macchina, il parcheggio è gratuito. Anche all'interno del parco, al costo di 10 euro è possibile fare un'escursione a dorso di dromedario, che passa dalla parte alta del parco, tra elefanti e dromedari, per arrivare nei pressi del giardino botanico (incluso nel biglietto, ma che non abbiamo visto..).

Tornando indietro ci siamo fermati a Puerto del Rosario, capitale dell'isola. Questa città non presenta grosse attrattive, se si esclude una piccola zona pedonale con qualche negozio. Ma la vera attrattiva è il centro commerciale Las Rotondas, centro commerciale moderno in cui c'è un grosso Hiperdino e 4 piani (non grossissimi, ma pur sempre 4) di negozi dei migliori marchi spagnoli e internazionali: Bershka, H&M, Pool & Bear, C&A, Stradivarius, New Yorker, ecc.C'è solo l'imbarazzo della scelta.
Poco a sud della città c'è un'ampia spiaggia, Playa Blanca, in cui non sono presenti strutture. La spiaggia non è certo al livello di quelle del sud, ma è comunque gradevole, anche se ci siamo stati quando il tempo era brutto e c'erano solo persone a fare surf. Il mare era molto mosso, e un cartello segnalava bene il divieto di balneazione, anche se alcuni turisti tedeschi si buttavano allegramente in acqua con due bimbi piccoli… Mah!


Il giorno dopo abbiamo visitato Betancuria, la vecchia capitale in mezzo ai monti in cui anticamente si rifugiavano gli abitanti per difendersi dagli attacchi dei pirati. La cittadina è carina e molto caratteristica, pienissima di negozietti di souvenir che vendono tutti i prodotti tipici: prodotti all’Aloe, ronmiel (/un misto di rum e miele, buonissimo), liquore alla banana e al cactus, gofio, mojo e soprattutto l’immancabile “Queso de Cabra”, il vero protagonista delle tavole di Fuerteventura (o almeno dei negozi di alimentari). Una delle poche attività non turistiche di quest’isola è infatti l’allevamento delle capre, da cui si ricava questo ottimo formaggio (che ho utilizzato per una gustosa ricetta), in molte varianti. Curado, SemiCurado, Fresco (a seconda della stagionatura) o mescolato ad altri ingredienti (piccante piuttosto che al Gofio). In ogni caso le capre sono tra le indiscusse protagoniste di Fuerte, tanto che anche il marchio di abbigliamento proprio dell’isola ha come protagonista una capra.


L’ultimo giorno, dopo essere stati nuovamente a Jandia Playa, ci siamo fermati a Sotavento, e per la precisione a Playa Barca. Qui abbiamo visto una immensa distesa di palloni da Kitesurf che si stagliavano in cielo… In quei giorni iniziavano infatti i mondiali di windsurf e kitesurf, e su tutta l’isola erano presenti manifesti ed eventi legati a questo. Su alcune spiagge avevano addirittura montato dei maxischermi su cui vedere le evoluzioni degli atleti. Anche Playa Barca è davvero molto bella, molto larga e lunga, e sullo sfondo si vedono i monti rossastri caratteristici dell’isola. Anche qui, però, il bagno è fortemente sconsigliato, e il vento è davvero fastidioso. E’ bella da vedere, ma non ci andrei a passarci più del tempo di qualche foto :P.



Il giorno della partenza abbiamo lasciato la macchina direttamente all'aeroporto (soluzione davvero molto comoda), molto vicino a Caleta, e dopo l'immancabile stress per la pesa dei bagagli, ci siamo imbarcati verso Pisa, salutando Fuerte e le Canarie.
L'isola è davvero selvaggia e desertica, con spettacoli naturali e spiagge incontaminate. Il sud è davvero bello, e merita sicuramente una visita accurata per una vacanza all'insegna della tintarella e del mare, mentre del nord imperdibili sono le dune. Il vento c'è ed è forte, anche se spesso sopportabile, almeno in alcune zone. Sicuramente una meta da consigliare.

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